Il progetto che ha trasformato l’Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza in un’ensemble di alta formazione orchestrale compie sei anni e la formula si è rivelata vincente: molti giovani maestri che hanno suonato fra i ranghi della OTO nelle passate stagioni sono oggi sotto contratto con importanti orchestre in Italia e all’estero. Il presidente Franco Scanagatta esprime la sua soddisfazione.
«Molti di loro mi aggiornano regolarmente, anche con un semplice messaggio WhatsApp, sui successi che stanno conseguendo in Italia e all’estero: c’è chi vince un concorso per entrare nell’organico stabile di un’importante orchestra, chi si è aggiudicato una borsa di studio per seguire un corso di alto perfezionamento in una prestigiosa Università musicale europea, chi viene spesso invitato a suonare in orchestre come quelle del Teatro Regio di Torino, dell’Accademia di Santa Cecilia o della Fenice di Venezia, tanto per citarne qualcuna. Tutti mi dicono che l’esperienza con la OTO è stata fondamentale per raggiungere certi risultati. La cosa, naturalmente, mi riempie di gioia».
Franco Scanagatta – presidente della OTO dall’ottobre del 2015 – è raggiante quando parla dei suoi maestri d’orchestra “under 30”. Sono giovani talenti che arrivano a Vicenza dopo una selezione fra i migliori musicisti usciti dai Conservatori di tutta Italia ai quali la OTO offre l’opportunità di seguire un percorso biennale di alta formazione orchestrale sotto la guida di un team di sette tutor e la supervisione del direttore principale Alexander Lonquich. La finalità principale del progetto ideato da Piergiorgio Meneghini, unico nel Veneto e fra i pochi in Italia, è proprio quella di spianare a questi giovani musicisti la strada verso un mestiere – quello di professore d’orchestra – che costituisce uno dei principali sbocchi lavorativi per chiunque abbia deciso di dedicarsi totalmente alla musica. Una professione nella quale la selezione è peraltro severissima, trattandosi di un mestiere dove conta solo il merito, e i posti disponibili, almeno nel contesto italiano, sono davvero pochi.
Ciò che distingue veramente il progetto OTO da simili iniziative attive in Italia e in Europa è la “bottega d’arte”, ovvero la sede che è stata scelta per lavorare con i giovani talenti. Nella quiete di Villa San Fermo di Lonigo i futuri professori d’orchestra, i tutor, il direttore e i solisti ospiti trascorrono assieme le quattro giornate che precedono ogni produzione in un’atmosfera di totale condivisione che li coinvolge dalla prima colazione fino all’ora di coricarsi. Sono giornate di intenso lavoro, di concentrazione e di ritmi serrati, ma fra una sessione di studio e l’altra c’è anche spazio per momenti di vita in comune e occasioni di convivialità che aiutano a conoscersi meglio, a fare squadra.
I risultati tangibili di tanto impegno sono testimoniati dai concerti di restituzione – un’ottantina in sei anni di attività – che la OTO ha proposto al vasto pubblico delle stagioni sinfoniche al Teatro Comunale, a quello che ha seguito in diretta televisiva i Concerti di San Silvestro e a quello, altrettanto numeroso, che segue le rassegne cameristiche di primavera-estate.
Per valorizzare i traguardi raggiunti da coloro che hanno fatto parte dell’organico della OTO, nel sito Internet dell’orchestra è stata recentemente aggiunta la sezione Ex-OTO, che sarà aggiornata costantemente. Fra i primi nomi inseriti c’è quello di Francesca Rodomonti di Montecchio Emilia, classe 1992, che da quando ha lasciato la OTO nel 2018 ha collaborato con importanti orchestre italiane, ha frequentato una masterclass a Salisburgo con Stefan Schilli e ora è Primo oboe all’Orchestra dell’Arena di Verona.
Dario Folisi, messinese, è stato Prima tromba della OTO dal 2014 al 2017, anno in cui ha vinto il concorso per entrare a far parte della Banda musicale della Marina Italiana nella quale oggi suona il flicorno con il grado militare di luogotenente musicista, il più giovane di tutta l’arma.
Laura Vignato, trentenne vicentina, oggi è Prima viola dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, una delle 14 Istituzioni Concertistico Orchestrali italiane riconosciute dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Fa parte dell’elenco ICO pure l’Orchestra di Padova e del Veneto ove è approdata Erika Rampin dopo aver vinto il concorso per il ruolo di Secondo oboe con l’obbligo del Primo e del corno inglese. È sotto contratto con l’orchestra patavina anche Francesco Di Giovannantonio, contrabbassista pescarese già nei ranghi della OTO dal 2014 al 2016. Proseguendo con i contrabbassi, il livornese Riccardo Mazzoni ha vinto pochi giorni fa il concorso per Primo contrabbasso all’Arena di Verona, mentre il marosticense Daniele Gasparotto oggi suona nell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, formazione della quale Zubin Mehta è direttore onorario a vita.
Dopo un’esperienza di due anni con la OTO la fagottista Giulia Ginestrini di Bologna, classe 1995, è Prima Parte all’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e si esibisce spesso anche con la Filarmonica del Comunale e con I Solisti Veneti.
Venticinquenne, romana di nascita, la flautista Erika Macalli ha scelto come altri di proseguire la strada dell’alto perfezionamento: dopo un master a Vienna, attualmente sta seguendo i corsi all’Accademia della Staatskapelle di Berlino – rinomata istituzione tedesca fondata nel 1570 – e, unica italiana, suona nell’orchestra medesima.
Fra i primi a ottenere un risultato importante dopo il periodo di formazione trascorso alla OTO, il milanese Vittorio Bongiorno ha un contratto a tempo indeterminato con i Münchner Sÿmphoniker, orchestra bavarese nella quale da ormai tre anni ricopre il ruolo di Primo oboe. All’estero suonano stabilmente anche il bresciano Fulvio Capra (Primo clarinetto alla giapponese Hyogo Performing Arts Center Orchestra), il fagottista Edoardo Capparucci (nell’ungherese Alba Regia Symphonic Orchestra) e il violoncellista Giovanni Genovese, impegnato in quel di Fiume.