Giovanni Costantini
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Dall’architetto all’ottetto, l’arte esprime la bellezza della Memoria

Giornata della Memoria. A Vicenza il Scharoun Ensemble Berlin, che deve il suo nome al progettista della Philarmonie, la sala dei prestigiosi Berliner Philarmoniker di cui fan parte gli otto elementi che saliranno sul palco del Comunale. Musiche di tre tedeschi, liberi pensatori.

«L’uso del colore, gli impasti dei timbri, la ricchezza e la polivalenza creativa». Con queste parole viene esaltato Scharoun, ma non stiamo parlando del complesso musicale che si esibirà al Teatro Comunale di Vicenza il 24 gennaio, bensì di Hans Scharoun, tra i padri dell’architettura moderna; che, tuttavia, è proprio colui al quale il Scharoun Ensemble Berlin dedica il proprio nome. Fu infatti Hans Scharoun a disegnare la Philharmonie, dove hanno la loro sede i prestigiosi Berliner Philharmoniker, di cui tutti i membri del Scharoun Ensemble fanno parte integrante.
Ed ecco che uso del colore, impasto dei timbri e ricchezza e polivalenza creativa possono senza dubbio essere caratteristiche qualificanti questo ensemble, ricco e vario nell’organico e nel repertorio che propone: un ottetto composto da un quintetto d’archi al quale si aggiungono un clarinetto, un fagotto ed un corno.
Il programma che propone a Vicenza il Scharoun celebra la Giornata della Memoria e spazia da Brahms a Beethoven, con al centro le Quattro Fantasie per ottetto di Hans Werner Henze. Premesso che tutta l’arte dovrebbe essere anche al servizio della memoria e della libertà d’espressione, sono forse queste ultime, le Fantasie di Henze, le pagine più significative del programma, con riferimento alla giornata della memoria. Di origini tedesche e, per di più, figlio di un padre conservatore, Hans Werner Henze ha improntato tutta la sua vita ad un impegno politico contrario al totalitarismo del regime nazista, arrivando a comporre un’opera sinfonica – la sua nona sinfonia – che, programmaticamente, fa memoria del passato più buio della Germania.
Tedeschi e liberi pensatori, seppure molto lontani dai drammatici fatti storico politici del ‘900 sono anche Brahms e Beethoven, gli altri due autori in programma, grazie ai quali il Scharoun Ensemble esprimerà la bellezza dell’arte. Musicale o architettonica che sia. Purché libera e “memore”.