Giovanni Costantini
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Dalle Dissonanze alle belle parole: Padre e amico

No, non spaventatevi, non cambiate canale: è Mozart. Anche se all’inizio può sembrare Weber o Messiaen. Colpa delle dissonanze, un espediente del linguaggio musicale tonale che, banalizzando, consiste nel sovrapporre due o più suoni che tra loro – a detta del nostro orecchio “occidentale” – non stanno bene assieme, non hanno appunto consonanza.
E Le dissonanze è infatti il nome che prende il Quartetto n. 19 K 465 di Wolfgang Amadeus Mozart, l’ultimo dei sei che un allora diciannovenne Mozart dedicò al “Padre e amico” Haydn, nel 1785. Padre intellettuale non solo di un giovane Mozart, ma di una delle forme più importanti della storia della composizione musicale, che ancora oggi dà il nome ad associazioni e società musicali, come quella vicentina: il Quartetto. Non dimentichiamo infatti che, se Mozart sublimò la forma, fu Haydn il vero progressista, l’innovatore, l’uomo che “scrisse la storia”. Mozart si limitò a metterla in belle parole…
Come in questo primo movimento in cui, dopo un’introduzione in Adagio che ha dato scorno a tutti i suoi censori del tempo e dei secoli successivi (ancora oggi si possono trovare negli archivi delle biblioteche parti corrette da musicisti che, almeno fino agli anni ‘70, non ritenevano possibili determinate armonie in una pagina mozartiana!), le voci degli archi si sciolgono in un vitale Allegro in Do maggiore, la tonalità più semplice e stabile del sistema.
Gli archi che prima stridono le dissonanze e poi cantano la consonanza sono quelli degli amici del Quartetto di Cremona. E ci permettiamo di chiamare così questi quattro musicisti italiani per il rapporto che lega questa loro celebre formazione alla Società del Quartetto di Vicenza.


5 minuti di musica al giorno, aspettando del concerto il ritorno

Facendo colazione o prima di dormire, in una pausa del lavoro, con le cuffie alle orecchie o diffuso in tutta la casa, per un attimo di pace o per riempire questo tempo di attesa, per un ascolto individuale o per avere un argomento su cui conversare: ognuno di voi sceglierà come “usare” questa musica. Una musica che “è già lì”, sul web, e che ci limitiamo a condividere con voi.

In attesa di poter tornare a teatro, per ascoltare la musica dal vivo – un momento di socialità insostituibile, oltre che un’esperienza sensoriale non surrogabile – Società del Quartetto di Vicenza e Orchestra del Teatro Olimpico propongono ai propri abbonati, al pubblico del Teatro Comunale di Vicenza e a tutti gli appassionati che sentono la mancanza di un concerto, dei suggerimenti di ascolto di “buona musica”.

In un momento particolare e impegnativo – per tutti i cittadini e per le associazioni che operano nel settore dello spettacolo dal vivo – vogliamo dare un segno di presenza e condivisione. Così, mentre negli uffici delle due associazioni si lavora a recuperi, sostituzioni e ripartenza, attraverso MusiCare proponiamo ogni giorno un momento musicale, selezionato e brevemente commentato per Voi dai collaboratori della nostra rivista digitale.

In attesa di rivederci ai nostri concerti.

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