Redazione
d'altroCanto

Pax et bonus

Nell’era dei bonus – dai 18 anni agli 80 euro – non stupisce qualunque forma di “integrazione” che faccia “girare l’economia” e dia una sensazione di crescita. Oltre agli “aiuti di Stato” arrivano così le iniziative di grandi privati che, da qualche tempo, attraverso i propri consumatori, hanno trovato il modo di sostenere ambiti nei quali precedentemente era escluso un loro intervento. La scuola, ad esempio. Ed ecco che facendo il pieno di carburante per l’auto o il pieno di latte di vacca per la famiglia, si “premia” l’istituto scolastico del figlio, che potrà così acquistare materiali che lo Stato non riesce più a garantire. In un sistema sano, forse, si rivedrebbero le accise per le guerre coloniali o le famigerate “quote latte”. In Italia, invece, sembra più saggio attendere che acquistando una pagnotta si possa far avere un leggio all’orchestra della propria città o, chissà, scegliendo un supermercato si aiuti il teatro a pagare le bollette. Non si tratta di una normale sponsorizzazione: siamo oltre. Siamo, quasi, alla colletta per i poveri. Ma sempre col sorriso e al motto di “pax et bonus”.

 

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