Tra CD, LP e registrazioni RAI Giovanni ha inciso oltre i cento titoli: un patrimonio vasto e rilevante che il figlio Federico conserva e sta ordinando. Prevalgono gli autori italiani del ‘700 e del ‘900 – su tutti l’amato Tartini e la sua scuola – ma non mancano le “sorprese”.
La discografia del violinista Giovanni Guglielmo, scomparso lo scorso agosto, è vasta e preziosa. Un elenco dettagliato, preparato dal figlio Federico, anch’egli violinista di fama, rivela un numero sorprendente di dischi ai quali Giovanni Guglielmo ha dato il suo determinante contributo. Vuoi in veste di solista, vuoi come membro di vari ensemble cameristici o di orchestre di strumenti antichi come la celebrata Arte dell’Arco. Sono 91 i CD che lo includono tra gli interpreti, ai quali vanno aggiunti 7 LP. Se si contano anche le registrazioni radiofoniche approntate per la RAI e la RTSI tra il 1964 e il 1979 si arriva a ben oltre il centinaio di titoli.
Un catalogo ampio e raffinato, perché il talento di Giovanni Guglielmo si è soffermato spesso su partiture neglette, lavori per i quali non si era formata una tradizione interpretativa. Il che è certo un bene, ma può essere anche un rischio. Il violinista ha valorizzato prevalentemente autori italiani, per lo più del Settecento e del Novecento. Ha contribuito a oltre una ventina di registrazioni di opere di Vivaldi (tre volte coinvolto nell’incisione delle Stagioni, per Denon e Abegg) e ad altre dedicate a Corelli, Boccherini, Albinoni, Giardini, Nardini, Galuppi, Porpora Pugnani, Cimarosa, Scarlatti, Facco, Calegari, Somis, al francese Champion, italianizzato in Campioni, e al Rossini strumentale. Ha suonato moltissimo Tartini: tra l’altro, ha collaborato all’incisione di tutti i concerti per violino del compositore padovano (vedi box) e ha inciso anche opere degli allievi di Tartini, provenienti da tutta Europa, la così detta Scuola delle nazioni che diffonderà l’arte tartiniana del violino in tutto il continente.
Altri dischi raccontano di un Guglielmo interessato a riaccendere l’attenzione su compositori vicentini che il tempo ha cancellato dalla memoria dei più. È il caso di Gaetano e Giovanni Meneghetti, padre e figlio vissuti nel Settecento, a cui ha dedicato 2 CD, o di quel Coronaro, musicista dell’Ottocento, amico dello scrittore Antonio Fogazzaro. Tra gli autori del Novecento italiano, che dimostrano l’interesse di Guglielmo per la promozione della musica a lui contemporanea, nel tempo e nello spazio, ci sono Respighi e Malipiero, Omizzolo, Pedrollo, Orefice e Girotto, Sinigaglia, Busoni, Rota e Morricone.
Lungi però dall’idea che la curiosità del violinista vicentino sia limitata dai confini nazionali: Bach, Händel, Couperin, Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Mendelssohn, Grieg, Wolf, Debussy e persino Piazzolla e la miglior musica da film non mancano nella sua discografia.