Ilaria Fantin
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Estetica e incontro tra culture nel mare nostrum di Jordi Savall

Niente viola da gamba. Verrà con la lira de arco ed il rebab, a Vicenza, il grande musicista catalano Jordi Savall, icona della musica antica. Una scelta che va alle radici della storia della musica e dell’Europa, alla ricerca del dialogo “Oriente-Occidente”, titolo del concerto.

Jordi Savall non è il classico musicista. Le sue note parlano ad un pubblico eterogeneo, molto più vasto di quello che frequenta le sale da concerto.
Grazie alla sua figura, negli ultimi vent’anni, la musica antica ha incontrato nuovi appassionati e sostenitori, appagati da un nuovo modo di fare musica, fresco e contaminato.
L’attesa è grande (e la sala già al completo) per il concerto del 6 febbraio, alle ore 20.45, nella sala maggiore del Teatro Comunale di Vicenza.
Savall ritorna nella città del Palladio in trio, con un programma davvero speciale dal titolo ‘Oriente-Occidente’, un dialogo che vuole riconciliare attraverso la musica il grande universo culturale del Mar Mediterraneo.
Musiche arabe, andaluse, giudaiche e cristiane si incontrano e narrano le loro tradizioni attraverso la lira de arco e il rebab di Savall, catalano, l’oud del marocchino Driss El Maloumi e il santur, la chitarra moresca e le percussioni del greco Dimitri Psonis.
Strumenti musicali che identificano una tradizione, radicati nel suono e nella cultura dei propri territori: timbri e colori che la Società del Quartetto ha proposto anche nelle numerose edizioni del festival Musica delle Tradizioni.
Jordi Savall, nominato nel 2008 dall’Unione Europea «Ambasciatore per il dialogo interculturale» e «Artista per la pace», ha inciso 60 dischi e si esibisce da decenni con l’intento di muovere l’animo umano, accompagnando il piacere dello stupore e dell’emozione con l’estetica e la conoscenza.
Con questo programma, inciso nell’omonimo disco Mare Nostrum. Orient-Occident: dialogues, il musicista propone una riconciliazione tra le tre principali religioni del Mediterraneo, quasi che si possano, annullare attraverso le note, la distanza e la discordia che Eraclito musicalmente decantava con la frase “ciò che lotta con sé stesso può accordarsi: movimenti in senso contrario come per l’arco e la lira”.
Forse, un modo per unire Occidente ed Oriente è pensare che l’essenza dell’essere umano non va ricercata in quello che egli fa, ma in quello che egli è. Questa interpretazione dell’uomo si traduce anche attraverso la musica, capace di comunicare profondamente all’animo con il linguaggio delle note.

 

 

OUD, REBAB, SANTUR…QUESTI SCONOSCIUTI!

Tre musicisti in scena ma un gran numero di corde pizzicate, percosse e suonate ad arco.
Un’occasione unica per incontrare strumenti inusuali e negli ultimi decenni sempre più apprezzati: la chitarra moresca, la lira de arco, il rebab, l’oud e il santur.
Di antiche origini arabe, come quasi tutti gli strumenti musicali, la chitarra moresca si differenzia da quella che tutti conosciamo per la forma arrotondata della cassa armonica. Il musicista greco Psonis alterna il suono di questa particolare chitarra con il bellissimo timbro dello strumento iraniano a corde percosse santur, una forma di cetra da tavolo o di cimbalom, suonato tramite due bacchette.
L’oud, suonato da DrissEl Maloumi, proviene invece dall’antica famiglia dei liuti, ha un numero di corde variabile e la sua accordatura dipende dal paese di provenienza. È uno strumento importantissimo, con un’inestimabile letteratura scritta e orale, e le sue corde, suonate con un plettro tipico che si chiama risha, hanno un timbro che caratterizza fortemente l’Oriente.
Il protagonista della serata, oltre a deliziarci con la sua lira de arco, suona uno strumento originario dell’Afghanistan dal nome rebab. Si tratta di uno strumento ad arco molto diffuso nel bacino del Mediterraneo, un timbro tra i favoriti dell’Impero Ottomano e ancora molto in uso in Turchia.