Veronica Pederzolli
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Febbre royal e bandiera del Regno Unito al concerto della OTO con Janiczek

La Sinfonia Scozzese di Mendelssohn, ispirata da Maria Stuarda e dedicata alla regina Vittoria. E poi la musica di sir Edward Elgar e Joseph Haydn, col richiamo alle sinfonie londinesi. Il violinista Alexander Janiczek conduce OTO e pubblico nella storia della musica che passa dal Regno Unito.

La “febbre royal” non è solo una moda dell’ultimo millennio. Lo stesso Felix Mendelssohn, trovandosi nel pressi di Edimburgo, il 28 luglio 1829 non resistette alla tentazione di visitare le rovine tre le quali fu incoronata Maria Stuarda, la regina più famosa della storia scozzese. Così, qualche giorno dopo, scriveva ai propri familiari che proprio in quell’antica cappella aveva trovato l’incipit di quella che sarebbe divenuta la sua Sinfonia scozzese. Sinfonia che dovette aspettare 13 anni prima di essere conclusa, dedicata ad un’altra royal, la regina Vittoria, ed eseguita dalla Società Filarmonica di Londra: l’idea primigenia è conservata intatta nella varietà coloristica del tributo al Regno Unito.
Ed è proprio l’Union Jack la protagonista del concerto proposto il 4 marzo dal Teatro Comunale di Vicenza: a precedere Mendelssohn vi sono Elgar e Haydn. Un Elgar complesso, che nel 1905 non venne subito compreso nel suo intento di valorizzare il virtuosismo dei musicisti della neo-nata London Symphony Orchestra. Non occorse poi molto per riconoscere nell’Introduzione e Allegro per archi con quartetto solista op. 47 un vero capolavoro di eleganza.
Virtuosi in entourage si ritrovarono anche il 9 marzo 1792 per la prima della Sinfonia Concertante di Haydn. Tributaria alla forma del Concerto grosso di fine ‘600, svela una concezione di interdipendenza del quartetto d’archi con l’orchestra, a differenza di quanto poi accadrà in Elgar. Il risultato, illuministico, chiama all’appello quello delle Sinfonie londinesi: la meta è chiara, la strada segnata, nessuna deviazione di percorso.
Alla guida della OTO la bacchetta di Alexander Janiczek: arrivato ai vertici del panorama musicale europeo sia come violinista che come direttore, è rinomato sia per l’eleganza che per l’intensità.

 

 

 

E LA STORIA CONTINUA AD ABBEY ROAD

E poi la storia continua in Abbey Road, l’ultimo album che i Beatles incisero in studio dedicandolo al quartiere di St John’s Wood, che già aveva registrato la maggior parte dei loro successi. Gli Abbey Road Studios fecero letteralmente la storia della musica inglese da quando, nel 1931, furono inaugurati proprio da Elgar, che diresse la London Symphony Orchestra nel suo Land of Hope and Glory.