Una trentina di studenti del Liceo Scientifico “G. B. Quadri” di Vicenza ha partecipato da spettatrice alla rappresentazione dell’opera di Benjamin Britten, ispirata al romanzo di Henry James, in cartellone al Vicenza Opera Festival. MusiCare ha chiesto loro una “recensione” della serata, per raccogliere il punto di vista di un pubblico tra i 16 ed i 18 anni.
Con l’occasione la Società del Quartetto di Vicenza e il Vicenza Opera Festival ringraziano chi ha reso possibile la partecipazione di questo giovane pubblico e le docenti che hanno preparato e accompagnato gli studenti, le professoresse Marina Nardone, Mary Pilastro e Cinzia Zanesco.
Una sera a teatro è meglio che stare rintanati a casa davanti ad uno schermo!
Domenica 23 ottobre una trentina di studenti del Liceo G. B. Quadri ha avuto il privilegio di assistere all’opera “The Turn of the Screw” realizzata dalla Società del Quartetto e accompagnata dall’armonia dei musicisti appartenenti alla Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer, una delle migliori orchestre al mondo. Lo spettacolo, già bello di per sé, è stato valorizzato ulteriormente dalla bellezza del monumento storico che lo ha ospitato, il Teatro Olimpico, una delle opere più invidiate al mondo, progettata dall’architetto Andrea Palladio e inserita nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Il concerto si è dimostrato ai nostri occhi curato nei minimi dettagli, dalla sceneggiatura alla musica. Inoltre il personale del teatro si è rivelato gentile e disponibile: ci ha anche fornito all’inizio dello spettacolo un booklet, un libretto contenente un assaggio del concerto da consultare per agevolare la comprensione dell’opera. La scenografia era ben allestita e la recitazione degli attori, soprattutto quella dei bambini che ci ha sorpreso enormemente, era impeccabile perché si calava perfettamente nei personaggi della storia narrata, l’opera scritta da Henry James.
A scuola ci avevano detto che lo spettacolo si sarebbe svolto in inglese ed eravamo quindi preoccupati di non riuscire a capire tutte le battute degli attori; una volta iniziata l’opera per fortuna c’erano ad agevolarne la comprensione dei sottotitoli sia in inglese che in italiano.
Questo concerto è stato quindi una vera e propria esperienza didattica, dove noi studenti ci siamo messi alla prova e abbiamo cercato di ascoltare lo spettacolo in lingua originale.
Questa rappresentazione teatrale non è stata solo un evento istruttivo, ma anche un’opportunità di ritrovo di noi studenti dopo un lungo periodo di mancanza di socialità a causa del Covid-19.
La prima volta che i nostri insegnanti ci avevano proposto di andare a teatro eravamo un po’ scettici; infatti, come adolescenti, abbiamo la tendenza la sera di rimanere rintanati in casa da soli davanti ad uno schermo. Dopo queste uscite serali ci siamo però resi conto di quanto queste esperienze siano occasioni piacevoli di contatto con amici e genitori.
Ringraziamo quindi la donazione dell’imprenditore vicentino che ci ha permesso di partecipare a questo concerto. Non vediamo l’ora di prendere parte ad altri spettacoli!
Emma Bardin, Irene Bertoldo, Aurora Brusaferro, Caterina Zanella
Se la trama è avvincente, a teatro non ci si annoia: provare per credere!
Recarsi una domenica sera al Teatro Olimpico con la propria classe è indubbiamente un’esperienza insolita, una grande opportunità per apprezzare una forma diversa di intrattenimento e allargare i propri orizzonti culturali. Poter ascoltare della musica eseguita da un’orchestra prestigiosa come quella di Budapest e scritta da Henry James in maniera estremamente consapevole delle emozioni che essa deve provocare nello spettatore in relazione al racconto permette a noi giovani di essere avvicinati a generi che col tempo hanno, purtroppo, perso popolarità. Inoltre, la trama avvincente di “The Turn of the Screw” contribuisce ad alleggerire un genere a cui viene comunemente attribuito l’aggettivo “pesante”, quindi questa è certamente un’esperienza adatta anche agli scettici che provano una certa resistenza ad andare a teatro, convinti di annoiarsi.
Lorenzo Brotto, Tommaso Baù, Vittorio Dalla Via, Giovanni De Tomi
Un punto di incontro tra i giovani e la cultura
Al nostro gruppo è piaciuto lo spettacolo, soprattutto l’accompagnamento musicale e gli attori. La loro serietà e capacità di mescolare professionalità ed energia ci ha ispirato. L’accompagnamento musicale era altresì piacevole, in quanto era adatto alle scene, con incrementi di volume nei momenti più salienti o suoni correlati alla scena, tipo le campane rappresentate musicalmente dal percussionista mentre andavano in chiesa. Ci sono piaciuti anche alcuni oggetti scenici, come gli specchi, espediente geniale per simulare i vetri delle finestre nei quali comparivano i fantasmi.
L’attore che ci è piaciuto di più è stato il ragazzo che interpretava Miles, egli riusciva ad immedesimarsi molto bene nel suo personaggio nonostante la giovane età. Una cosa che ci ha fatto sorridere è stato il fatto che i tavoli si muovevano da soli. La nostra parte preferita della storia è il finale, quando muore Miles, poiché la scena corrisponde allo zenit emotivo dell’intero spettacolo.
Concludendo possiamo dire che questi eventi culturali organizzati dalla scuola sono molto apprezzati, possono essere visti come un punto di incontro tra la gioventù e la cultura; il teatro, infatti, è stato sempre più abbandonato dalle generazioni più giovani, portando a una perdita culturale.
Fabrizio Riccardo Ragni, Ludovico Fanin, Mateja Marinkovic
Dalla classe al teatro: appassionarsi a qualcosa che non si conosce!
Domenica 23 ottobre abbiamo assistito alla messa in scena dell’opera di Henry James: “The Turn of the Screw”.
Abbiamo tutti apprezzato questa opportunità offerta al Liceo Quadri; vorremmo quindi ringraziare in particolare la prof. Pilastro e la prof. Zanesco con la quale abbiamo lavorato anche in classe sull’opera originale.
Innanzitutto vorremmo partire congratulandoci con tutti gli attori, in particolare i bambini che hanno interpretato Miles e Flora, che nonostante la giovane età abbiamo trovato molto talentuosi. Tutti gli attori erano molto espressivi e sono riusciti a catturare la nostra attenzione durante tutta la durata dell’opera. Inoltre la musica, scritta originariamente da Benjamin Britten e rivisitata da Iván Fisher, ha accompagnato le scene rendendo l’opera più accattivante.
Siamo stati davvero affascinati dal meccanismo del movimento telecomandato degli oggetti di scena e dall’effetto speciale dei fantasmi, che però dagli spalti laterali non era possibile vedere ed apprezzare al meglio.
In conclusione, siamo molto contenti di aver potuto partecipare a quest’evento che ci ha fatto appassionare ad un’opera di cui nessuno di noi era a conoscenza. Ringraziamo un’ultima volta tutte le persone che hanno reso possibile partecipare e speriamo di poter vivere un’altra volta un’esperienza così.
Alessandro Manos, Claudia Maneschi, Carolina Bruschetti e Greta Donagemma