Giovanni Costantini
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Il nostro valzer su questa terra

Non solo la musica, anche le immagini. La descrizione recita “home video”, ma quello che il nostro occhio riesce a rubare alle spalle dei musicisti non sfama la nostra curiosità, anzi l’amplifica: un foglio in terra, uno sgabello di troppo, un antico orologio magicamente immortalato proprio su mezzogiorno (o mezzanotte?… tutto è possibile), delle sedie accatastate, due candele e un quaderno aperto su una specie di tavolo, un elenco di numeri che sembra rimandare ai canti di una liturgia… poi infatti c’è la vetrata di una chiesa. Ma sono le pile di libri alle spalle del pianista a rendere tutto così “naturale” e possibile. Il valzer scorre vorticoso come un ciclone che porta via tutti gli oggetti senza permetterci di rivederli e lasciandoci solo il desiderio di parlare coi musicisti, fare loro delle domande.
Loro sono Pieter Wispelwey e Paolo Giacometti, che dall’Olanda a Vicenza sono capitati in un inverno di quasi quindici anni fa. Il brano che suonano, per violoncello e pianoforte, è il Valzer op. 64 n. 2 di Chopin nella sublime trascrizione di un violoncellista e compositore russo di un Ottocento dimenticato, Karl Davidov.
Sublime la trascrizione per questi due strumenti, eccelsa l’esecuzione di Wiespelwey e Giacometti, che a questo repertorio hanno dedicato un meraviglioso CD pubblicato da Onyx Classics.
A loro vorremmo chiedere se è suo il pianoforte Erard del 1848 che Giacometti sta suonando; e come fa Wiespelwey a rendere così bene non solo la cantabilità di Chopin, ma soprattutto la leggerezza del virtuosismo, sul suo Guadagnini del 1760. E poi: era mezzogiorno, era mezzanotte o semplicemente l’orologio era rotto? Abbiamo bisogno di saperlo, ora che il tempo sembra non passare e questi tre minuti di musica, nel loro infinito, sembrano il nostro valzer su questa terra, che tutto porta via lasciando giusto il tempo di uno sguardo.


5 minuti di musica al giorno, aspettando del concerto il ritorno

Facendo colazione o prima di dormire, in una pausa del lavoro, con le cuffie alle orecchie o diffuso in tutta la casa, per un attimo di pace o per riempire questo tempo di attesa, per un ascolto individuale o per avere un argomento su cui conversare: ognuno di voi sceglierà come “usare” questa musica. Una musica che “è già lì”, sul web, e che ci limitiamo a condividere con voi.

In attesa di poter tornare a teatro, per ascoltare la musica dal vivo – un momento di socialità insostituibile, oltre che un’esperienza sensoriale non surrogabile – Società del Quartetto di Vicenza e Orchestra del Teatro Olimpico propongono ai propri abbonati, al pubblico del Teatro Comunale di Vicenza e a tutti gli appassionati che sentono la mancanza di un concerto, dei suggerimenti di ascolto di “buona musica”.

In un momento particolare e impegnativo – per tutti i cittadini e per le associazioni che operano nel settore dello spettacolo dal vivo – vogliamo dare un segno di presenza e condivisione. Così, mentre negli uffici delle due associazioni si lavora a recuperi, sostituzioni e ripartenza, attraverso MusiCare proponiamo ogni giorno un momento musicale, selezionato e brevemente commentato per Voi dai collaboratori della nostra rivista digitale.

In attesa di rivederci ai nostri concerti.

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