José Coca Loza è un giovane cantante boliviano che a samba, rumba e paso doble (ma non è escluso conosca molto bene anche queste danze) ha preferito le arie di furore di Händel e Vivaldi.
Guest-star del concerto dello scorso 15 ottobre 2020 al Teatro Olimpico di Vicenza, è giunto su quel palcoscenico dopo aver incantato ed impressionato la giuria internazionale del concorso Voci Olimpiche, voluto dal maestro Andrea Marcon e sostenuto da Fondazione Cariverona.
A quella prima edizione del novembre 2019, infatti, José Coca Loza fece incetta di premi aggiudicandosi tre allori, tra cui quello di miglior voce in assoluto del concorso internazionale.
La sua strada appare oggi segnata, avendo già calcato molti teatri e avendo le porte spalancate in altrettanti.
Nel frattempo, Coca Loza si racconta con semplicità – e con buon italiano – alla camera di MusiCare: siamo nell’odeo del Teatro Olimpico, pochi minuti prima della sua performance con la Venice Baroque e Andrea Marcon. José non nasconde soddisfazione per il risultato e ammirazione per l’Italia e le sue bellezze: “Le città italiane sono come un museo, andare semplicemente per strada è come sfogliare un libro. Amo Vivaldi e Puccini, ma canto solo il primo dei due”.
E sui concorsi dice: “È sempre la fortuna di quel giorno a fare la differenza. Adesso basta, ne ho fatti abbastanza!”.