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La forza della nemesi nella storia di un soldato e del suo violino

Prende avvio giovedì 23 settembre il Ciclo Classici 2021 con la prima nazionale dell’Histoire du Soldat di  Stravinskij, per la regia di Marinelli e la direzione di Venezi. In palcoscenico l’ensemble cameristico della OTO, con Drusilla Foer Narratore e Andrè De La Roche ad interpretare il Diavolo. Coreografie, costumi, disegno luci e multivisione ad impreziosire l’evento.

È tutto esaurito al Teatro Olimpico per l’apertura del Ciclo Classici 2021, affidata alla prima nazionale de l’Histoire du Soldat di Igor Stravinskij (libretto di Charles Ferdinand Ramuz) nella versione di Giancarlo Marinelli, in programma giovedì 23 settembre alle 21.00 (repliche venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 settembre sempre alle 21.00).
I protagonisti dello spettacolo sono Beatrice Venezi, direttore d’orchestra a guidare l’esecuzione dell’ensemble da camera della OTO – Orchestra del Teatro Olimpico – con il primo violino Filippo Lama, il Narratore Drusilla Foer, attrice icona di stile e di ironia, nota al pubblico per le sue incursioni televisive e sulla rete e Andrè De La Roche nei panni del Diavolo (oltre che coreografo dello spettacolo); nei ruoli della Principessa e del Soldato ci sono i danzatori Giulia Barbone e Antonio Balsamo, il bambino è Sebastiano Masello; i costumi sono di Daniele Gelsi, il disegno luci è di Gianluca Cioccolini, mentre la scena scamozziana sarà illuminata dalla multivisione di Francesco Lopergolo; lo spettacolo è una coproduzione Savà Produzioni Creative, Teatro Ghione e Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza.

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La scelta di inaugurare il Ciclo dei Classici con Stravinskij non ha solo a che fare con la ricorrenza dei 50 anni dalla morte del grande musicista, ma è profondamente legata al tema della nuova edizione dei Classici: il testo della favola in musica di Stravinskij diventa infatti come pochi altri la rappresentazione della Nemesi del titolo. Partendo da una antica leggenda popolare è il racconto dello scambio di un violino tra il Soldato e il Diavolo, in un viaggio di ritorno dalla guerra verso ruscelli natii, paesi dell’infanzia e promesse spose della giovinezza. Il Soldato cerca “un ordine” nel suo ritorno a casa; e non sa se affidarsi, per un approdo felice, al suo talento, (il violino), o ad un cambiamento repentino, (la ricchezza facile che gli offre il Diavolo attraverso un libro magico): è la metafora di un mondo che, nel disastro della guerra, sta mutando, e non sa se sia giusto considerare la tragedia come una ferita che si deve a tutti i costi cicatrizzare e dimenticare, o se invece non sia giusto fare di quella stessa tragedia un’opportunità di cambiamento radicale. “Ed è proprio sull’infanzia del mondo dentro il luogo che rappresenta il culmine dell’arte classica, che si fonda l’idea di questo allestimento. Che sarà null’altro che una favola, nella convinzione che solo la fabula sia nemesi: e cioè l’ordine tra uomo e tempo”, come spiega Giancarlo Marinelli nelle sue note di regia.
Questa piccola opera, scritta nel 1918, agli albori dell’epidemia di spagnola, è una storia di guerra che riflette il sentimento di perdita dei riferimenti e rappresenta una ricerca di senso nel tempo e nello spazio. Una composizione di impatto fortissimo, ma “leggera”, con un’orchestrazione straordinaria e una drammaturgia profonda.