Paolo Meneghini
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Librerie musicali: scrigni di cultura che rischiano di scomparire

La mannaia del Coronavirus ha colpito anche l’indotto di teatri e luoghi di formazione artistica, come le librerie musicali. Ecco la testimonianza di Christian e Michele di Musica Musica che, con passione e tenacia, tengono in piedi un negozio che è anche luogo di cultura e consulenza artistica.

In tutta Italia sono più o meno una decina e stanno a metà strada fra le librerie convenzionali e… i negozi di ferramenta. Solo che al posto di cazzuole, gesso, bulloni e viti autofilettanti, vendono materiale destinato ad una particolarissima categoria di lavoratori: gli artigiani della musica.
Stiamo parlando delle librerie musicali, ovvero di quei negozi che espongono in vetrina spartiti, partiture, manuali didattici, saggi, biografie e in generale tutto ciò che riguarda la formazione del vasto mondo dei musicisti: docenti, studenti, strumentisti e cantanti professionisti, ma anche l’ampia fascia dei musicisti per diletto e di quelli in erba.
Nel quartiere Barche di Vicenza, a metà strada fra Piazza dei Signori e il Teatro Olimpico, c’è Musica Musica, una delle poche librerie musicali che ancora sopravvivono nel nostro Paese. La tengono in piedi con tanta passione e pervicace ottimismo due giovani che hanno alle spalle un bagaglio di studi artistici: Christian è laureato al DAMS di Padova (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo) e Michele in Contrabbasso al Conservatorio di Vicenza.
La mannaia del Coronavirus che ha colpito il mondo del commercio non ha certo risparmiato questo settore di nicchia, e poco conta che le librerie – comprese quelle musicali – abbiano avuto il via libera ad aprire prima di altri esercizi commerciali. «Musicisti, studenti e insegnanti locali costituiscono una piccola parte della nostra clientela – spiega Christian Maddalena – mentre il grosso degli ordini viene soprattutto dai Conservatori e dalle orchestre di tutta Italia. Solo che i Conservatori sono chiusi da più di due mesi, i bibliotecari lavorano da casa e pertanto non siamo in grado di consegnare e fatturare il materiale che ci avevano ordinato prima dell’emergenza sanitaria. Se possibile, la situazione dei vari Enti lirici, delle orchestre e dei tanti musicisti professionisti che si forniscono da noi è ancora peggiore – aggiunge Christian – perché se non riaprono i teatri tutto lo spettacolo dal vivo è bloccato e di conseguenza nessuno ha bisogno dei nostri spartiti».
«Stiamo a galla con gli ordini online – gli fa eco Michele Todescato – una modalità che abbiamo implementato da tempo e che per fortuna ha tenuto rispetto al periodo pre-crisi facendo anzi registrare un leggero aumento, forse dovuto al fatto che molti suonatori per diletto durante la quarantena hanno avuto più tempo per dedicarsi alla passione per la musica».
Il futuro delle librerie musicali italiane – strettamente legato al circuito dei teatri, delle sale da concerto e in generale dello spettacolo – è dunque estremamente incerto. Il rischio concreto è che questi piccoli scrigni di cultura e di autentica passione siano risucchiati dalle multinazionali delle vendite online. «Ma quelle – sottolineano con orgoglio i due giovani librai di Musica Musica – non saranno mai in grado di offrire al cliente la nostra competenza e il nostro servizio personalizzato di consulenza».