Paolo Meneghini
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Sette concerti per un’orchestra rinnovata

La stagione 2022/23 della OTO proporrà sei appuntamenti in abbonamento ed il tradizionale Concerto di San Silvestro. Dalla Messa in Do minore di Mozart alla celebre “Unanswered Question” di Charles Ives, ci saranno note per tutti i gusti.

L’Orchestra del Teatro Olimpico affronta la nuova stagione sinfonica al Teatro Comunale di Vicenza con una formazione in gran parte rinnovata dopo il previsto turnover di buona parte dell’organico. I musicisti under 30 che entreranno in organico già dai primi impegni stagionali sono stati recentemente selezionati attraverso le audizioni per i ruoli di violino, viola, violoncello, tromba, corno, oboe e percussioni alle quali hanno partecipato 220 musicisti provenienti da ogni parte d’Italia.
Resta immutato il nucleo artistico dell’orchestra, che è composto dal direttore principale Alexander Lonquich (pianista e direttore fra i più quotati nel panorama musicale internazionale) e dallo staff dei maestri formatori che seguono tutto il lavoro di preparazione e messa a punto di ogni singola produzione. Si tratta di Filippo Lama per i violini primi, Pierantonio Cazzulani per i violini secondi, Klaus Manfrini per le viole, Jacopo Di Tonno per i violoncelli, Ubaldo Fioravanti per i contrabbassi, Davide Sanson per i fiati e Saverio Tasca per le percussioni. Oltre all’attività formativa, alcuni di loro suonano stabilmente come Prime parti a fianco dei più giovani colleghi in occasione dei concerti in stagione e delle rassegne estive di musica da camera.
Anche quest’anno il concerto inaugurale propone una pagina per grande organico e coro. Se nella scorsa stagione l’esordio fu con la Nona di Beethoven, il 14 novembre tocca alla grandiosa Messa in Do minore per soli, coro e orchestra di Mozart con Lonquich sul podio e la rinnovata collaborazione con l’Orchestra Filarmonica Settenovecento e con l’ensemble corale Schola San Rocco preparato da Francesco Erle.
Due i concerti in cartellone a dicembre. Lunedì 5 Filippo Lama veste i panni di violino concertatore in un appuntamento dedicato a due autori russi – parliamo di Šostakóvič e Čajkovskij – dall’esistenza travagliata. Del primo viene proposta l’intima Sinfonia da camera, arrangiata nel 1974 da Rudolf Barshai partendo da un Quartetto per archi del 1960; del secondo la radiosa e celebre Serenata per archi in Do maggiore del 1880.
Il 31 dicembre va in scena – fuori abbonamento – una nuova edizione del Gran Concerto di San Silvestro affidato quest’anno alla bacchetta del direttore messinese Marco Alibrando, classe 1987. La scaletta quanto mai esuberante presenta una serie di ouverture da opere di Rossini, Mendelssohn, Mozart e Stravinskij; nella seconda parte altre ouverture, ma soprattutto celebri arie d’opera interpretate dal soprano Giulia Bolcato, guest star del tradizionale evento al Teatro Comunale.
Mercoledì 25 gennaio la OTO ha il piacere di ospitare per la prima volta un violoncellista – nonché stimato direttore d’orchestra e direttore artistico – del quale si dice un gran bene. Basterà ricordare che Nicolas Altstaedt nella scorsa stagione ha debuttato con la London Philharmonic, i Münchner Philharmoniker, la Symphonieorchester des Bayrische Rundfunks, l’Orchestra della RAI e l’Orchestre des Champs-Élysées. Nel doppio ruolo di solista e direttore della OTO Altstaedt presenta due superbe pagine per orchestra come il Concerto per violoncello che Šostakovič dedicò nel 1959 a Rostropovich e la Terza sinfonia di Beethoven.

VAI ALLA STAGIONE

La finestra dedicata ai lavori sinfonici di Beethoven prosegue con il concerto in programma il 6 febbraio e che saluta il ritorno di Alexander Lonquich nella duplice veste di direttore e solista della OTO. Al centro della serata c’è infatti l’ottava Sinfonia, preceduta da quel gioiellino che è l’ouverture da Armida, uno dei più riusciti lavori operistici di Haydn. Nella seconda parte Lonquich esegue il Concerto n. 24 di Mozart che presenta il più ampio organico orchestrale mai utilizzato dal compositore salisburghese nei suoi concerti per pianoforte e orchestra.
Un mese più tardi – lunedì 6 marzo – fa il suo esordio con la OTO il violoncellista piemontese Enrico Dindo, fra i musicisti italiani di maggior spicco nel panorama concertistico internazionale dei nostri giorni. Prima di dirigere la Seconda sinfonia di Beethoven, che chiude il mini-ciclo dedicato ai suoi lavori sinfonici, Dindo si ritaglia uno spazio da protagonista con il Rondò per violoncello e orchestra di Dvořák, gradevolissima pagina dai forti sapori popolari, e soprattuto con le Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij, pezzo che alterna gioiose sonorità a momenti elegiaci e che impone al solista di sfoderare tutte le doti virtuosistiche di cui è in possesso.
Ancora un esordio, nel concerto finale in programma lunedì 3 aprile. Alexander Lonquich, questa volta impegnato solo come direttore, ha infatti voluto il violinista albanese Klaidi Sahatçi – violino di spalla della prestigiosa Tonhalle di Zurigo – per l’esecuzione del Concerto per violino e orchestra in La maggiore, l’ultimo dei cinque che Mozart compose in rapida successione nel 1775 a Salisburgo. La serata si apre sulle note della “Unanswered Question” di Charles Ives, pagina di fondamentale importanza per la nuova musica americana, e si chiude con la Quinta Sinfonia di Čajkovskij, elogiata da Brahms e per molti critici addirittura superiore alla popolarissima “Patetica”.