Marco Bellano
audioVisioni

Sollima e l’orchestra che non c’è: una vera Commedia…

Cos’è che rende “realistici” i video dedicati a interpretazioni musicali, anche quando i segni di manipolazione delle riprese sono tanti ed evidenti?
Prendiamo un frammento dedicato a Giovanni Sollima, andato in onda su Rai Doc e ora disponibile su YouTube. Vediamo il violoncellista e compositore alle prese con Hell, un brano dedicato alla Commedia di Dante. Lo strumento, all’inizio, è solista, e molti segnali comunicano spontaneità diretta: il Maestro è vestito in modo informale; sul palcoscenico non c’è altro a parte la sua sedia e un microfono; l’inquadratura è inoltre relativamente “sporca” – ovvero, alcuni elementi appaiono incompleti (come la scritta sullo schermo bianco dietro Sollima, spesso visibile solo in parte) o sovrapposti (all’inizio, la sedia appare davanti a un elemento rettangolare nero che fa da essenziale scenografia, rendendo il profilo del musicista confuso, per via dei colori ugualmente scuri di figura e sfondo).

Nonostante queste “dichiarazioni di realismo”, la messinscena si fa poi più elaborata: Sollima viene mostrato simultaneamente da più angolazioni e distanze, grazie a momenti in cui lo schermo mostra inquadrature multiple (split screen); soprattutto, tuttavia, entra il suono di un’orchestra che non vediamo e che accompagna il musicista. A ragionarci, si potrebbe diventare non poco perplessi: se l’orchestra non si vede, da dove giunge il suono? Sollima lo sente? O è solo a nostro beneficio? In termini tecnici: questa orchestra è diegetica (appartiene al mondo oltre lo schermo) o extradiegetica (esiste solo dal nostro punto di vista)?
Queste domande, in realtà, non ce le poniamo nemmeno: accettiamo che invece Sollima possa star suonando senza interruzione, come fosse dal vivo, mentre a livello audiovisivo tutto sembrerebbe negare questa possibilità. La voglia inesorabile di sospendere l’incredulità e dare fiducia al presunto realismo non nasce solo da quei pochi spunti “realistici” di cui si è detto prima. C’è un altro fattore in gioco, dall’impatto psicologico ben più dirompente: la sincronia. Quando un’immagine e un suono accadono simultaneamente, per caso o per volontà, la nostra percezione regala loro un vincolo di causa-effetto. È lo stesso meccanismo che rende possibile far parlare credibilmente un attore in qualunque lingua, mediante il doppiaggio. Nel video con Sollima, il “trucco” sta nel ricomporre in modo preciso la sincronia tra emissione dei suoni e colonna sonora: all’effetto di realismo e di presenza “dal vivo”, a quel punto, non si sfugge più.