Una parola nonsense trovata in una lettera del genio del Classicismo dà il nome ad un Quintetto d’archi di recente costituzione, che proprio a Mozart dedica il concerto di lunedì 15 novembre al Comunale di Vicenza, per l’apertura della Stagione di concerti 2021/22 della Società del Quartetto. In programma tre Quintetti, eseguiti su strumenti d’epoca, che riassumono la felice esperienza del maestro salisburghese nella scrittura per archi. Biglietti da non perdere: da 10 a 15 euro!
È tutta colpa di Mozart se una formazione d’archi che mette insieme cinque accreditati musicisti internazionali, invece che prendere il nome dal suo leader, da una città o da un grande compositore, ha pensato di chiamarsi curiosamente Spunicunifait. Il fatto è che i cinque artisti in questione – le violiniste Lorenza Borrani e Maia Cabeza, i violisti Simone Jandl e Max Mandel e la violoncellista Luise Buchberger – sono tutti dei maniaci mozartiani e quel termine di pura fantasia l’hanno trovato fra la frivola corrispondenza epistolare che Mozart scambiava con la cuginetta. Di per sé il termine Spunicunifait non significa nulla, ma al tempo stesso ci racconta che al Mozart adulto piaceva anche perdersi in puerili sciocchezzuole.
Di recente costituzione, il Quintetto ha deciso di iniziare a farsi conoscere proprio dai sei lavori che Amadeus dedicò, fra il 1773 e il 1791, alla formazione composta da una coppia di violini, una di viole e da un violoncello. «Opere per molti versi speciali – spiega la violinista fiorentina Lorenza Borrani – nelle quali Mozart raggiunge la perfezione dei suoi quartetti, ma con cinque voci. L’alchimia degli strumenti che si scambiano i ruoli è incredibilmente varia e sorprendente, tanto che ognuno di questi Quintetti si apre a dimensioni, mondi e pianeti diversi».
Lunedì 15 novembre, ospite della Società del Quartetto per l’inaugurazione della nuova Stagione 2021/22 del Teatro Comunale di Vicenza, il Quintetto Spunicunifait offrirà un ampio spaccato di questi tesori. Il concerto inizia con il primo della serie, in Si bemolle maggiore, composto a Salisburgo nel 1773 a conclusione di un ciclo di Quartetti. Segue il numero 5 in Re maggiore datato 1790 (l’anno prima della morte di Mozart) che si contraddistingue per l’impostazione brillante e una scrittura che chiede agli interpreti notevoli doti virtuosistiche. Infine il quarto in Sol minore, venuto alla luce nel 1787 e considerato il migliore della serie quanto a densità e raffinatezza di una scrittura in grado di esaltare le potenzialità espressive di tutti gli strumenti in campo.
Non è solo la passione per Mozart – loro la definiscono “ossessione” – ad aver unito i cinque archi dello Spunicunifait. Lorenza, Maia, Simone, Luise e Max, unico rappresentante maschile del gruppo, hanno in comune percorsi artistici molto simili: sono tutti stimatissimi interpreti del repertorio cameristico, suonano in importanti orchestre, insegnano in prestigiosi atenei e come solisti sono regolarmente invitati ad esibirsi con ensemble come la Chamber Orchestra of Europe, l’Orchestra of the Age of Enlightenment, la Lucerne Festival Orchestra, la WDR Sinfonieorchester, la Camerata Salzburg e gli English Baroque Soloists.
Un particolare in più, che rende questo Quintetto particolarmente prezioso: gli Spunicunifait suonano strumenti d’epoca, o fedeli copie moderne, fra i quali un violino Carlo Ferdinando Landolfi del 1750 circa e un violoncello Giacomo Gavelli del 1730.
Il prezzo del biglietti – da 10 a 15 Euro – è un’occasione di incontro della Bellezza e di “divertimento” a buon prezzo.