Filippo Lovato
tracce

Un ethos giovane, su strumenti antichi

  • Autore: W. A. Mozart
  • Titolo CD: The Milanese Quartets - Lodi Quartet
  • Interpreti: VenEthos Ensemble
  • Etichetta: 2CD Arcana, A497, 2022, DDD

Un giovane quartetto veneto per i quartetti lombardi del giovane Mozart. Il VenEthos Ensemble di Giacomo Catana e Mauro Spinazzè (violini), Francesco Lovato (viola) e Massimo Raccanelli (violoncello) esordisce su disco affrontando i primi sette quartetti scritti dal salisburghese.
Il n. 1 in sol maggiore KV 80 è noto con il titolo Lodi perché fu composto in una locanda della città lombarda nel 1770, lungo la via che avrebbe condotto il quattordicenne, con padre al seguito, da Milano a Bologna, al tempo del suo primo tour italiano.
I quartetti milanesi KV 155-160, tutti in tre tempi, vennero ultimati tra il 1772 e il 1773 e risalgono al terzo viaggio in Italia dei Mozart. Gli autografi dissipano l’idea che le partiture del genio di Salisburgo siano impermeabili ai ripensamenti. Anzi, per il musicologo Giacomo Fornari, estensore del booklet, le cancellazioni, i ripensamenti (l’Adagio del KV 156 venne riscritto: nel cofanetto i VenEthos eseguono entrambe le versioni), rivelano che Mozart stava attraversando una “crisi romantica”, «pervaso da una nuova coscienza compositiva che gli impose di prestare ancora maggior attenzione al significato estetico delle sue composizioni, dando ad esse un senso più profondo di affetti tali da rendere il suo linguaggio più maturo e consapevole».
Del valore didattico della scrittura per quartetto doveva essere consapevole anche il severo padre Leopold, il quale si dice contento del fatto che il figlio, a Bolzano nel 1772, per ingannare il tempo durante le noiose giornate di pioggia, sia impegnato a comporre per i quattro archi. Si può immaginare insomma che Mozart stesse assimilando l’idea che la musica può avere un effetto profondo sull’animo umano, convinzione che pervade anche i quattro interpreti veneti che non a caso hanno inserito un riferimento all’ethos della filosofia greca nel nome che si sono dati. La loro lettura, su strumenti antichi, conquista per l’espressività ben calibrata, il suono ambrato e il fraseggio arguto, morbido e persuasivo, elementi che danno sostanza e peso a opere giovanili, ma pur sempre firmate da un genio della musica.