Marco Bellano
audioVisioni

Un labirinto di sguardi e di profondità

“Musica della Rinascenza” è l’espressione con cui il gruppo vocale De Labyrintho specifica meglio il proprio campo d’azione: un motto che ben si addice ai tempi che corrono, suonando anche come un buon auspicio. La rinascita della vita concertistica, lentamente, procede: i video tornano ad essere integrazioni all’esperienza in sala, e non l’unica alternativa per vedere gli interpreti all’opera.
Rispetto al concerto dal vivo, allora, cosa aggiunge un video come questo?
Per esempio, una maggiore libertà dello sguardo; in alcune inquadrature non solo ci avviciniamo ai volti degli artisti, ma vediamo gli stessi tutti a fuoco. Poiché lo spazio inquadrato non è poi così vasto, risulta difficile parlare propriamente di profondità di campo, ossia di quella modalità di ripresa in cui ogni elemento dell’inquadratura, a qualunque distanza dal punto di vista, risulta a fuoco. Come nella profondità di campo, però, anche qui l’occhio è libero di fermarsi su chi preferisce: il regista non “obbliga” a guardare un solo interprete, ma ci avvicina contemporaneamente a due o più di loro, permettendo di cogliere anche privati momenti di concentrazione, tra un attacco e l’altro, che risulterebbero difficilmente afferrabili durante i concerti dal vivo, quando le distanze da coprire con la vista sono maggiori.