Paolo Meneghini
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Una serenata a Palladio: la OTO torna a casa

Giovedì 17 settembre la OTO torna ad esibirsi nel suo teatro, l’Olimpico di Vicenza, per la serie Suoni d’Estate. Sul podio Alexander Lonquich, impegnato anche al pianoforte nel Concerto in Do minore di Šostakovič. In programma anche due celebri Serenate per orchestra d’archi: Eine kleine Nachtmusik di Mozart e l’Op. 22 di Dvořák.

Dopo una serie di appuntamenti musicali al giardino del Teatro Olimpico in cui si è proposta in varie formazioni da camera, giovedì 17 settembre la OTO chiude in bellezza la rassegna Suoni d’Estate esibendosi al Teatro Olimpico in versione estesa di orchestra d’archi con Alexander Lonquich sia sul podio che al pianoforte.

Il programma del concerto inizia sulle note della celeberrima Eine kleine Nachtmusik, ovvero la Serenata per orchestra d’archi in Sol maggiore che Wolfgang Amadeus Mozart compose in una manciata di giorni nell’agosto del 1787 mentre era impegnato alla stesura del secondo atto del “Don Giovanni”. Il salisburghese aveva ampiamente affrontato, negli anni giovanili, il genere della musica d’intrattenimento; con questa composizione lo riprende con la consapevolezza del genio compiuto, mantenendo tuttavia intatti alcuni ingredienti fondamentali della sua “ricetta” di successo: semplicità, raffinatezza e freschezza inventiva.

La serata che segna il ritorno della OTO al Teatro Olimpico s’intitola “Una serenata a Palladio” e dunque anche il secondo brano in programma appartiene a questo genere musicale: la Serenata in Mi maggiore Op. 22 composta da Antonín Dvořák nel 1875. Con uno sviluppo in cinque movimenti in forma di suite, la Serenata Op. 22 nasce in un momento particolarmente felice della vita del compositore ed è intrisa di un profondo sentimento popolare, sorretto da una linea melodica di grande fascino.

Per finire Alexander Lonquich e la OTO si confrontano con il Concerto per pianoforte con accompagnamento di orchestra d’archi e tromba che Dmitrij Šostakovič ultimò nel 1933.
Si tratta di un pezzo pieno di estro, scanzonato, divertente – “voglio difendere il diritto di ridere all’interno della musica seria”, confidò l’autore ai giornalisti dopo la prima esecuzione – nonché ricco di citazioni di lavori propri, di temi popolari e di grandi autori del passato. Un vero e proprio divertissement che Šostakovič, ottimo pianista, amava eseguire spesso nei suoi concerti.

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Dopo oltre sette mesi di forzata assenza da Vicenza – l’ultima apparizione sul podio della OTO è del 3 febbraio – Alexander Lonquich torna in città per riprendere la guida dell’ensemble di alta formazione orchestrale della quale è direttore principale dalla stagione 2014/15. Nel frattempo il suo pluriennale impegno a favore delle nuove generazioni di musicisti è stato premiato con un altro prestigioso incarico: quest’estate il maestro tedesco è stato infatti nominato direttore artistico della Scuola di Musica di Fiesole, il più prestigioso ente di formazione e perfezionamento musicale italiano.

La parte della tromba solista nel Concerto di Šostakovič è affidata al venticinquenne vicentino Giovanni Lucero, diplomato al Conservatorio Pedrollo nel 2014 e membro effettivo della OTO dalla stagione 2018/19.

Il concerto inizia alle 21. È consigliabile acquistare biglietti in prevendita.