Tra le grandi imprese discografiche degli ultimi tempi figura sicuramente la Vivaldi Edition dell’etichetta francese Naïve: l’obiettivo è quello di registrare tutte le quasi 450 opere del Prete Rosso i cui manoscritti concorrono a comporre il fondo Foà e Giordano conservato nella biblioteca nazionale universitaria di Torino. L’ambizioso progetto, che ha già superato le 60 incisioni, fu concepito dal musicologo italiano Alberto Basso all’inizio degli anni Duemila e continua a coinvolgere grandi interpreti.
A Christophe Coin sono stati affidati i concerti per violoncello solista, oltre 120. Il terzo volume della serie dedicata al cello comprende i concerti RV 400, 404, 407, 415, 420 e 423. Per la prima volta il violoncellista francese, che con Erich Höbarth, Andrea Bischof, Anita Mitterer compone il Quartetto Mosaïques, suona accanto all’ensemble L’Onda Armonica, dopo che nei due precedenti volumi aveva collaborato con Il Giardino Armonico di Giovanni Antonini.
Il Vivaldi di Coin e de L’Onda Armonica è velato della sottile malinconia dei tramonti in laguna. Il fraseggio chiaro, la cavata morbida nitida e cantabile, sembrano concepiti apposta per valorizzare la coinvolgente espressività del violoncello, uno strumento che percorre un registro meno spettacolare di quello del violino. Coin ne impiega due, un Gagliano del 1720 per i primi cinque concerti e un Zacher piccolo a 5 corde del 1757 per l’RV 415. Di alto livello l’ensemble, che suona anch’esso su strumenti antichi nel rispetto della prassi filologica, ben allineato con le intenzioni del solista.