“La musica, l’arte in genere, dev’essere una presenza che migliora la qualità della vita; il che non va sempre d’accordo con la presenza della tecnologia.” Come non perdere quindi, in questo tempo, il contatto con il pubblico senza limitarsi a fili, cavi, antenne e monitor? E come non affollare la stagione estiva di tutti quegli eventi che non si sono potuti svolgere durante il lockdown?
Prova a rispondere Saul Beretta, direttore creativo di MusicaMorfosi, che invita colleghi e pubblico ad essere “un’onda d’urto”, sana e sicura, per riportare l’attività culturale al centro della vita dell’uomo.
Dal rischio di una perdita di creatività nei bambini al silenzio di John Cage, riflessioni e parole attorno allo spettacolo dal vivo.