Filippo Lovato
tracce

Un fortepiano Graf e un cello Guadagnini per un Beethoven eclatante

  • Autore: L. van Beethoven
  • Titolo CD: Complete works for fortepiano and violoncello
  • Interpreti: Nicolas Altstaedt (violoncello), Alexander Lonquich (fortepiano)
  • Etichetta: 2CD Alpha, 577, DDD, 2020

Per dirla col gergo delle borse valori, la raccomandazione su questo titolo del catalogo Alpha Classics è strong buy. La recente integrale delle opere per fortepiano e violoncello di Beethoven affidata, rispettivamente, ad Alexander Lonquich e a Nicolas Altstaedt si imporrà come un punto di riferimento. «Ci sono poche incisioni – ha dichiarato Lonquich a chi scrive – su strumenti storici di questo repertorio. Per noi è stata una sfida proporne una di più. La sonorità potrà sembrare limitata, ma è affascinante confrontarsi con il suono a cui Beethoven aveva pensato. Il rapporto tra gli strumenti è più facile; c’è un maggior bilanciamento: il violoncello non si sente mai coperto dal pianoforte».

In realtà i due CD, che raccolgono le cinque sonate (op. 5 n. 1 e 2, op. 69 e op. 102 n. 1 e 2) e i tre cicli di variazioni (le WoO 45 e 46 sui temi See the conqu’ring hero comes di Händel e Bei Männern, welche Liebe fülhen di Mozart, e l’op. 66 sul tema Ein Mädchen oder Weibchen ancora di Mozart) beneficiano del bellissimo suono del fortepiano Graf adottato da Lonquich, che risale al 1827, anno della morte di Beethoven, e della cavata profonda del violoncello Guadagnini di Altstaedt del 1749.

Dall’intesa tra i due interpreti sprigiona una lettura molto musicale, sorretta da un fraseggio tornito e mobilissimo, che divaga misterioso nei tempi lenti, si slancia eroico negli allegri e s’increspa croccante nei finali. Se è vero che gli strumenti adottati da Lonquich e Altstaedt smorzano la grandeur che strumenti più moderni possono conferire alle sonate di Beethoven, è altrettanto vero che ne spronano però l’irriverente potenza, l’energia nervosa, la tensione.

Quando l’aspirazione alla verità del passato non deprime l’attenzione del presente il risultato non può che essere eclatante.