La Serenata n. 2 in La maggiore in 5 movimenti risale alla fine degli anni ‘50 del XIX secolo, periodo in cui il compositore tedesco si cimenta con i primi brani per orchestra. L’organico è ridotto, sono impiegati infatti solo due corni in rappresentanza degli ottoni, mancano i timpani e, fra gli archi, sono presenti solo viole, violoncelli e contrabbassi.
Nonostante fosse una composizione amata da Brahms, come molte altre sue opere ha subito una revisione a distanza di anni: la seconda versione (quella definitiva) è del 1875 e le modifiche riguardano dinamiche ed articolazioni. La prima versione fu stampata con l’editore Simrock anche in virtù dell’amicizia fra l’autore e Fritz, il figlio del titolare, dopo che la casa editrice Breitkopf&Härtel aveva opposto a Brahms un rifiuto. Sfortunatamente non sono giunti a noi manoscritti di questa prima versione, anche se sono presenti molti riferimenti alla Serenata nello scambio epistolare con Clara Schumann.
Questa edizione è la ristampa in formato grande della partitura da studio edita dalla Henle e le fonti sono, come sempre, ben documentate nell’apparato critico.
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