Giovanni Costantini
echi

Addio a MusiCare, figlio del secolo scorso

Una scelta coraggiosa ma giusta: MusiCare si avvia alla latenza sul web per andare a morire al prossimo rinnovo del dominio. Una morte forse iniziata con l’inevitabile passaggio dal cartaceo al web. Si conclude un viaggio lungo 24 anni, che ha dato spazio a più di un migliaio di musicisti della scena mondiale, grazie alle penne di decine di contributori. Si chiude una pagina di storia della centenaria Società del Quartetto per lasciare spazio a nuovi, diversi linguaggi.

Con la stagione musicale 2022/2023 si è conclusa anche la stagione di MusiCare, il periodico di Società del Quartetto e Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza, dopo quasi 24 anni di pubblicazione, prima cartacea e, da qualche anno, solo web.
Nato in un lontanissimo 1999, MusiCare era il frutto di quello che, al tempo, si faceva chiamare il “gruppo giovani” degli allora Amici della Musica di Vicenza, ed era stato pensato per raggiungere gli abbonati con una presentazione dei concerti più ricca della semplice lettera, che di prassi riportava il calendario degli appuntamenti del mese.

Originariamente in formato mini-tabloid, in bianco e nero, di pochi fogli, principalmente su spedizione, MusiCare era via via cresciuto fino a raggiungere, nel 2015, le fattezze di una modesta ma curata rivista di 16 pagine a colori, dalla cadenza bimestrale, con una tiratura di 3mila copie ed una distribuzione in librerie, biblioteche e luoghi di cultura della città.
Non si rivolgeva più solo agli abbonati, ma anche ad un possibile nuovo pubblico dei concerti: ai primi ricordava e raccontava gli appuntamenti a venire, ai secondi suggeriva come trascorrere una serata di bellezza (e di qualità). Cercava di farsi leggere, in generale, da quel pubblico di appassionati di musica colta e dintorni che potevano trovarvi proposte d’ascolto, approfondimenti, interviste e ragionamenti attorno alla musica ed al suo senso in e per una società, per quanto locale.
E provava a stare all’attenzione anche delle istituzioni, delle amministrazioni, degli enti e degli sponsor che sostengono l’attività di Società del Quartetto e Orchestra del Teatro Olimpico, perché MusiCare era anche una sorta di diario, una narrazione del tanto fare che anima realtà come SdQ e OTO: era un dietro le quinte di tanti progetti di formazione artistica o per le scuole, negli ospedali, finanche al carcere.

Nei suoi 24 anni di uscite, MusiCare ha ospitato più di un migliaio di voci della scena musicale internazionale, chi sotto forma di intervista, chi con un corsivo, chi attraverso la recensione di un cd, la presentazione di un concerto, la segnalazione di un video.
Senza poter contare su di una redazione stabile e strutturata, ma beneficiando anche di collaborazioni eccellenti nel panorama del giornalismo musicale – in 24 anni si annoverano tranquillamente più di una cinquantina di firme transitate sulle sue pagine – MusiCare non ha mancato di dare il suo punto di vista sul nuovo teatro di Vicenza, di collaborare assiduamente col Conservatorio cittadino dando spazio e luce anche ai progetti in esso sviluppati, di menzionare i premiati ai più prestigiosi concorsi o di ricordare i grandi interpreti venuti a mancare.

Nel 2019, il passaggio al solo web. Una scelta sbagliata? Una morte annunciata? Una scelta inevitabile, si disse. Iniziava un nuovo ciclo, destinato a concludersi ora, a distanza di meno di 4 anni. Come tutte le cose, anche MusiCare era più vivo quando esisteva in forma tangibile, con le sue copertine colorate, appoggiato su una poltroncina del teatro o sul desk della libreria.
Ma anche quando è diventato “solo” musicare.eu non è mancata la ricerca di approfondimenti, di pagine nuove: cartaCanta proponeva nuove edizioni di partiture a stampa, laStecca virgolettava musicisti e pensatori che con una semplice battuta potevano avere qualcosa da ricordarci, notEventi presentava gli appuntamenti che venivano avanti, echi raccontava quelli andati, ilConcertoNONèMorto si interrogava sul futuro della classica, o provava a rispondervi, con esempi o resoconti; e poi tracce per le recensioni delle nuove uscite discografiche e audioVisioni per i video musicali; registri&note, lo dice il nome scherzoso, era la rubrica dedicata la mondo scuola e formazione, d’altroCanto quella che cercava di strappare un sorriso, anche quando magari c’era poco da ridere.
Venne poi il covid, la sospensione delle stagioni concertistiche, i musicisti a casa e il pubblico in casa (sottile differenza linguistica, grande differenza sostanziale): MusiCare c’era, poteva continuare ad esserci, e raggiungeva a casa moltissime persone con una nuova rubrica, 5minutiDimusica, per offrire quotidianamente un momento di bellezza in un contesto difficile.

A fronte di tutto questo – a cui possiamo aggiungere che la Società del Quartetto di Vicenza era tra le poche associazioni musicali italiane, unica in Veneto, a poter vantare un proprio house organ – si capirà come chiudere MusiCare sia stata una scelta coraggiosa. Ma giusta. Perché i tempi sono cambiati.
MusiCare era fatto di parole scritte, di articoli (a volte anche lunghi), più che di video o, proprio per nulla, di podcast, in un contesto in cui l’utenza chiede di vedere e sentire (possibilmente in poco tempo).
MusiCare aveva un volto culturale e di approfondimento ma si trovava a guardare ad una società sempre più bisognosa di leggerezza e distrazione, soprattutto dopo il covid.
MusiCare parlava degli interpreti da copertina, ma anche di quei poco fotogenici Bach, Beethoven e Brahms senza i quali gli interpreti non avrebbero nulla da interpretare.
MusiCare non era social, anzi, forse era stato l’antesignano dei social nel suo cercare di raggiungere il pubblico e di tenervi un contatto che andasse oltre la semplice presenza a due concerti al mese.
MusiCare non era commerciale e appariscente come un manifesto stradale, un flyer, una sponsorizzata su Facebook. Costava poco (meno di un concerto, in un anno) ma rendeva nulla. E da quando era sul web era forse anche un po’ sparito, perduto nella galassia di tutto ciò che si può trovare in internet.
MusiCare era figlio del secolo scorso, e da quel 1999 molte cose sono cambiate: alcune mutate, altre scomparse. MusiCare ora è tra queste ultime, ma resta un pezzo di storia della centenaria Società del Quartetto di Vicenza.