Giovanni Costantini
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Antonello, Conservatorio Vicenza: “Senza investimenti in cultura la società non cresce”

La carriera musicale, in Italia, era già impresa ardua per la generazione degli attuali ventenni e trentenni: le orchestre chiudono, il pubblico non si rigenera, la televisione la fa da padrona. La crisi conseguente all’emergenza sanitaria sarà la mazzata finale o ci sarà un nuovo Rinascimento?
È giusto chiedere, se non addirittura pretendere, interventi pubblici di sostegno alla cultura o bisogna accettare un mercato in cui l’offerta supera la richiesta?
E ancora: qual è il ruolo dell’artista nella società, il saltimbanco che diverte o la “coscienza” collettiva?
Lo abbiamo chiesto anche al maestro Roberto Antonello, direttore del Conservatorio di Vicenza, che ha risposto con spirito positivo: «Lo spettacolo dal vivo è qualcosa di irrinunciabile: una creazione che un’istante dopo è già un’altra cosa. Non voglio creare illusioni, ma spronare a cercare soluzioni nuove: è l’occasione per mettere in campo idee nuove. Noi italiani abbiamo una creatività vincente, ma sono Francia e Germania ad insegnarci che l’investimento in cultura dà un ritorno non solo in termini di crescita della società, ma anche economici.»