Redazione
d'altroCanto

Artisti: Germania-Italia 4-0

Per il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte gli artisti “ci fanno tanto divertire e ci appassionano”. Per la Cancelliera Angela Merkel gli artisti, attraverso l’interazione con il loro pubblico, fanno emergere “prospettive completamente nuove che ci consentono di gettare uno sguardo sulla nostra stessa vita”, di sviluppare “emozioni e nuovi pensieri”, di “avviare discussioni interessanti”, di “comprendere meglio il passato” e “guardare al futuro con occhi completamente nuovi”.
Alla base del pensiero del primo ministro italiano, affidato a un brevissimo inciso durante la conferenza stampa sul decreto rilancio, pare stia una concezione televisiva e commerciale dell’arte. Il capo del governo tedesco ha dedicato agli artisti un sostanzioso video di quattro minuti e mezzo e quasi ha affidato loro il ruolo di coscienza di una società che non si stanca di ripensare sé stessa. Che l’affermazione del premier italiano sia, nella migliore delle ipotesi, infelice è un fatto, ma perché Angela Merkel ha sentito il dovere di rivolgersi agli artisti tedeschi e Giuseppe Conte non ha parlato agli artisti italiani? Perché in Italia, salvo rare eccezioni, le critiche alla dichiarazione del premier non hanno esaltato la funzione dell’arte nella società (che non si limita al “divertimento”)?
Malgrado l’apparente disaccordo, Conte e i suoi detrattori condividono l’idea che gli artisti siano meritevoli di tutela in quanto lavoratori. Quindi il Presidente del Consiglio si era rivolto anche a loro parlando a tutti quei lavoratori messi in difficoltà dal lockdown. Per Angela Merkel l’artista svolge una funzione specifica di cui la società non può privarsi. Chissà se e quando arriveremo a capirlo anche in Italia.

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