Redazione
d'altroCanto

Se il provveditore non capisce un “piffero”…

Nord Italia, anno domini 2018. Il contesto è di quelli sontuosi, la sede prestigiosa: un vernissage, seppure in mostra vi siano opere sulle quali si sono posati secoli di sguardi e di luci polverose. La musica, dello stesso periodo delle tele esposte, accompagna i primi visitatori nel tour delle sale e, per una volta, è musica dal vivo. Il solo gesto musicale degli strumentisti crea un piacevole effetto di “attualizzazione” dei soggetti dei quadri, nell’atmosfera già magica del castello che ospita l’evento. Le musiche sono del primo barocco musicale, ad eseguirle un trio flauto, violino e violoncello.

Quando il codazzo del curatore della mostra giunge di rimpetto alla fonte sonora, un anziano signore emerge dal capannello e non resiste alla tentazione di esprimere il suo apprezzamento alla musica ed in particolare alla flautista, lanciandosi in un elogio all’estetica di lei e del suo «clarinetto». Lo scivolone sarebbe ordinaria amministrazione se qualcuno dei presenti non infierisse riprendendo bonariamente il «provveditore» per il suo errore.

Chissà se ora che si chiamano Dirigenti dell’Ufficio Scolastico Provinciale conoscono un attimo di più la musica. Potrebbe essere una buona condizione di partenza per considerarne la sua importanza nell’istituzione che dirigono.

 

d'altroCanto