Daniele Ziggiotto
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Rinnovarsi e condividere: nuova linfa al Direttivo del Quartetto

L’Assemblea dei soci della Società del Quartetto ha sancito l’ingresso in Consiglio di tre nuovi membri: Adriana Maltauro, che è anche il nuovo vicepresidente dell’associazione, Elisa Teatini e Daniele Ziggiotto. Iniziamo la loro presentazione ospitando un breve intervento di quest’ultimo.

Mi chiamo Daniele Ziggiotto, ho 44 anni, Sabrina è da sempre la mia compagna di vita e siamo sposati da 15 anni. Abbiamo due figlie amatissime: Giulia e Annachiara, entrambe musiciste in erba.

Dopo la maturità classica al liceo “Pigafetta” e una laurea in Psicologia all’Università di Padova, nel ’99 ho affiancato mio padre nella piccola ‘avventura’ artigiana da lui intrapresa un anno prima, alla quale dopo pochi anni si è unito anche mio fratello Matteo; ci occupiamo di produzione e commercializzazione di pelli per arredamento.

Il nostro primo contatto con il maestro Meneghini risale ai primi anni 2000; dapprima con l’abbonamento alla stagione degli Amici della Musica, poi con la nostra offerta di un (modesto) aiuto economico all’associazione. A questo sono seguiti molti altri anni di collaborazione, di splendidi concerti, di “omaggi a Palladio”. In questo lungo periodo abbiamo potuto apprezzare il grande lavoro e la sconfinata passione che animano l’attività del Quartetto e, quando il maestro Meneghini mi ha chiesto di entrare a far parte del consiglio, ho accettato lusingato. Ho sempre amato la musica: tra i miei tanti interessi, a volte momentanei, essa rappresenta una costante. Ogni momento della mia vita, di cui magari scordo avvenimenti e persone, mantiene un ricordo musicale vivo e costante.

L’esperienza all’interno del consiglio sarà per me del tutto nuova ed entusiasmante: mi accosto a questo ruolo con curiosità ed una certa circospezione, ma anche con il desiderio di lavorare in sinergia con il direttivo, per sostenere l’Associazione nelle iniziative e nelle attività finalizzate alla diffusione della musica. Ad essere sincero, non ho ben chiaro quale potrà essere il mio contributo ad una associazione che da più di venti anni organizza l’Omaggio a Palladio, che ha messo in piedi dal nulla quel miracolo chiamato Vicenza Opera Festival che lo scorso anno ci ha fatto emozionare come non mai, che porta ogni anno nei teatri vicentini la crema dei musicisti di tutto il mondo (inutile stare ad elencare), che adesso ci propone un inedito Festival, Voci Olimpiche, che parte già alla grande sotto la direzione di Andrea Marcon; la stessa Associazione che, accanto alle imprese eclatanti, non ha MAI perso di vista il suo impegno per la diffusione, con un occhio di riguardo per chi si trova in difficoltà. Ecco quindi le iniziative per portare la musica negli ospedali per stare vicino a chi è in un momento grigio della propria vita, il servizio navetta perché l’età che avanza non sia motivo per rinunciare ad un bel concerto che aiuta a tenere giovane la mente, l’andare nelle scuole a stimolare la curiosità dei ragazzi, le prove aperte con il maestro Accardo, i concerti estivi nel giardino dell’Olimpico, i concerti domenicali per le famiglie, le lezioni di Cesare Galla prima dei concerti… davvero, c’è qualcosa che non abbiano già pensato?

Credo di non dire nulla di nuovo affermando che in generale il mondo della musica colta abbia la necessità di rinnovarsi per garantirsi un futuro; in questo senso Società del Quartetto ha fatto moltissimo e con le sue iniziative a favore della diffusione della musica tra i giovanissimi e nelle scuole può ben dirsi all’avanguardia.

La sfida, secondo il mio parere, deve concentrarsi in due opposti movimenti. Da un lato la spinta centripeta, che attiri i ragazzi, che dimostri loro che una serata a teatro non solo non è motivo di noia, ma può diventare una piacevole consuetudine, un luogo e un momento di aggregazione; dall’altro lato, la spinta centrifuga: la musica che esce dal teatro, dove spesso viene scambiata per attività elitaria, e va a mostrarsi alle persone nei luoghi dove solitamente c’è solo rumore. Non facile, certo, ma non impossibile.