Beatrice Festini
echi

King’s Singers: quando la
perfezione è emozione

La data vicentina del celebre sestetto inglese raccontata da una spettatrice partita da Rovereto per non perdersi il concerto natalizio di questa strepitosa formazione vocale.

È sempre interessante controllare cosa propongono le Stagioni dei concerti di altre città: si scoprono occasioni imperdibili, grandi artisti emergenti o già affermati, concerti che insegnano qualcosa di nuovo o che scaldano l’anima di ricordi. È così che lo scorso 16 dicembre, con alcune amiche che condividono la vita corale, partiamo da Rovereto per assistere al concerto natalizio dei King’s Singers, organizzato dalla Società del Quartetto di Vicenza.
Il celebre sestetto britannico torna a Vicenza dopo il concerto di due anni fa, ma con una formazione modificata in ben due elementi; l’ensemble che si presenta al pubblico del Teatro Comunale di Vicenza è composto da Patrick Dunachie (controtenore), Edward Button (controtenore), Julian Gregory (tenore), Christopher Bruerton (baritono), Nicolas Ashby (baritono) e Jonathan Howard (basso).
La qualità vocale rimane la stessa che da sempre contraddistingue questa formazione. Tant’è che il suono King’s Singers potrebbe quasi diventare un marchio registrato: voci perfettamente bilanciate, intonazione impeccabile, compattezza e pulizia. Chiudendo gli occhi, potrebbe sembrare di ascoltare un coro di 60 elementi o al contempo un’unica voce.
Altra caratteristica che rende il sestetto così apprezzato è anche la capacità di passare magistralmente dalla religiosità di brani di musica colta alla leggerezza di repertori più disimpegnati, attraverso arrangiamenti raffinati, mai scontati, e senza perdere l’eleganza.
Il programma proposto a Vicenza, un vero e proprio viaggio natalizio tra Europa e America, ha rispecchiato questa duplice anima del sestetto.
La prima parte è stata dedicata a brani del repertorio classico che hanno raccontato l’avvento nel suo significato di attesa e di compimento: “Ein Kind geborn zu Bethlehem” di Michael Praetorius, la figura di Maria in “Alma Redemptoris Mater” di Palestrina, lo stupore dei pastori in “Quem vidistis, pastores, dicite” di Poulenc, la ninna-nanna al bambino, “Sing lullaby” di Herbert Howells. Al centro, la figura della rosa: la “Spotless Rose”, la rosa immacolata, è sia un omaggio a Maria, come viene nominata in uno dei brani di Howells proposti nella serata, sia una premonizione della corona di spine di Gesù Cristo negli ultimi momenti della sua vita. I brani si susseguono con eleganza tra le spiegazioni da parte dei cantanti, a turno, in un ottimo italiano, e l’incanto del pubblico, che ascolta con orecchio (e occhio) quasi incredulo davanti a tanta precisione e ad un suono così magico.
Chiude la prima parte del concerto un meraviglioso “Still still still”, delicata ninna-nanna tradizionale austriaca nell’arrangiamento di Alexander L’Estrange, con testo sia in tedesco che in inglese.
È nella seconda parte che i King’s Singers ci trasportano anche in America, regalando al pubblico di Vicenza i loro doni (“Christmas Stockings”) composti da alcuni tra i canti natalizi tradizionali (e non solo) più popolari. Dalle più esuberanti “Santa Klaus is coming to town” e “It’s beginning to look a lot like Christmas”, alla raffinata “Jesus und Maria”, senza tralasciare altre classiche carole natalizie come “The little drummer boy” e “God rest ye merry gentlemen”.
Il programma della serata si conclude con la quasi onnipresente “Jingle Bells”, ma in un arrangiamento frizzante e simpatico che stupisce possa farla apprezzare ancora.
I sei concedono due bis ad un pubblico particolarmente entusiasta: un “Deck the halls” in una veste particolarmente divertente, seguito dal tradizionale “Stille Nacht”, che riporta tutti a un’atmosfera intima e lieta.

 

 

*Beatrice Festini, di Rovereto, ha studiato pianoforte alla Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto e alla Scuola Musicale “Jan Novák” di Villa Lagarina (TN). Canta nel coro The Swingirls e nell’ensemble vocale femminile Giardino delle Arti. È allieva di canto di Maria Letizia Grosselli. È laureata in Imprenditorialità e Innovazione alla Libera Università di Bolzano, lavora presso alcune start-up dove si occupa di gestione aziendale, marketing e comunicazione. È membro del direttivo dell’Associazione Filarmonica di Rovereto.