Michele Todescato
cartaCanta

Tecnica e simbologia: il monumento al pianoforte di Alkan

Charles Valentin Alkan, Le Festin d’Ésope op. 39 no. 12
Henle Verlag 2020
Codice catalogo: HN 1394
ISMN: 9790201813943
Partitura rilegata con copertina morbida, 28 pagine, 23,5 x 31,0 cm

Il musicista francese Charles Valentin Alkan (1813-1888) entrò al Conservatorio di Parigi a 6 anni, rivelando da subito uno spiccato talento musicale. La sua carriera di pianista si interruppe però nel 1839, a causa di una crisi personale (probabilmente dovuta anche ad alcuni obiettivi musicali mancati) che lo portò a ritirarsi dalla vita di concertista per dedicarsi esclusivamente alla composizione ed allo studio della Bibbia e del Talmud.
Nel 1873 tornò ad esibirsi in pubblico, soprattutto in veste di promotore di alcune serate musicali che si tennero alla Salle Érard, una famosa sala da concerto parigina. Nonostante Alkan fosse apprezzato da numerose personalità come César Franck e Camille Saint-Saëns, alla sua morte il suo nome venne quasi dimenticato.
Le Festin d’Ésope op. 39 no. 12 consta in 25 variazioni di un tema in Mi minore ed è l’ultimo dei dodici Studi op. 39: Douze études dans tous les tons mineurs. L’Opus 39 (nella sua prima edizione contava 250 pagine per circa due ore di musica) è una monumentale opera per pianoforte che sviscera tecniche, risorse espressive e ritmi irregolari, e risente sicuramente degli studi nonché della simbologia incontrata dall’autore durante i suoi studi sui testi sacri.
Dell’opera non ci sono giunti manoscritti, dunque l’unica fonte utilizzata è la prima edizione: Richault, codice catalogo 13171.R., della quale sono state consultate le copie presenti a Parigi (Bibliothèque nationale de France) ed a Monaco (Bayerische Staatsbibliothek).
La diteggiatura è stata messa da un giovane pianista italiano, Vincenzo Maltempo, membro onorario della Alkan Society di Londra.

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