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d'altroCanto

Una medaglia olimpica vale più di un Premio Paganini?

Giuseppe Gibboni – che nel 2019 alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari si era aggiudicato la borsa di studio intitolata a Giovanni Guglielmo – ha vinto il Primo Premio assoluto al concorso violinistico Paganini di Genova, riconoscimento che all’Italia mancava da 24 anni.
Al Concorso Pianistico Chopin di Varsavia, inoltre, il nostro Paese ha ottenuto il quinto premio con Leonora Armellini, 29 anni – anche lei già ospite della Società del Quartetto di Vicenza –, e il secondo premio con Alexander Gadjiev, 27 anni.
Infine, pochi giorni fa l’Accademia Bizantina, rinomato ensemble italiano di musica barocca, ha vinto ai Grammy il premio come seconda miglior orchestra al mondo.
Parte dalla constatazione di questo “medagliere” la lettera che Danilo Rossi, Prima Viola Solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, ha inviato ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera.
«Carissimo, dopo un’estate stracolma di allori sportivi, medaglie, campionati europei vinti, l’autunno è il periodo dei grandi concorsi internazionali musicali…», con i risultati, per l’Italia, di cui sopra. Eppure.
Eppure, prosegue il maestro Rossi, «in nessun giornale nazionale e in nessuna TV nazionale è stata data questa notizia. Inoltre nessun politico con ruoli istituzionali importanti, dalla cultura alla scuola all’università, ne ha parlato. Mi risulta che i vincitori di medaglie varie, olimpiche o tornei, dal tennis al volley, vengono invitati dal Presidente del Consiglio o addirittura dal Presidente della Repubblica».
«La cultura al primo posto? Se fosse veramente così, questi straordinari giovani sarebbero su tutti i giornali e su tutte le televisioni e sarebbero già stati invitati dalle più alte cariche dello Stato. Invece nulla di tutto questo è accaduto.
Ne consegue la domanda: «Siamo il terzo mondo culturale?».

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