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Cento musicisti per un inno alla gioia

A Vicenza la celebre Nona di Beethoven: in palcoscenico più di cinquanta orchestrali e quasi altrettanti coristi, per la direzione di Alexander Lonquich. Un evento raro, per chi sa ascoltare la bellezza di un messaggio musicale.

Di rientro dal primo concerto – tenuto ieri sera al Teatro Zandonai di Rovereto, alla luce della collaborazione con l’Orchestra Filarmonica Settenovecento, che nella città della quercia ha la sua sede – la OTO si appresta ad eseguire questa sera a Vicenza, al Teatro Comunale, la mastodontica Nona di Beethoven, monumento della musica di ogni tempo.
L’impaginato della serata prevede l’esecuzione della sola Sinfonia n. 9 – parliamo di ben un’ora e un quarto di musica filata e sublime – per la direzione di Alexander Lonquich, con il coro Schola San Rocco (preparato da Francesco Erle) che, nel finale, intonerà il celebre “Inno alla gioia”, assieme ai solisti Caterina Marchesini, Valeria Girardello, Liu Yuxiang, Gabriele Sagona.
E fu proprio l’inserimento delle voci soliste e del coro in una sinfonia – genere strumentale per eccellenza -, in quella prima viennese del 1824, a far infrangere a Beethoven un’altra prassi del tempo. Del resto, altro modo non poteva esservi per il compositore di dar voce a quella poesia di Friedrich Schiller – l’Ode An die Freunde – che era diventata un simbolo degli ideali dei giovani tedeschi.
Ideali di cui ha bisogno ogni tempo della storia. Motivo per cui, forse, ancora oggi questa maestosa architettura sonora emoziona il pubblico di tutto il mondo. Il pubblico che la ascolta e che sa ascoltare.