Lunedì 9 maggio l’Orchestra del Teatro Olimpico diretta da Alexander Lonquich conclude la sua Stagione al Teatro Comunale di Vicenza con organico al gran completo. In programma due Sinfonie di Schubert: la n. 3 in Re maggiore e la celebre “Incompiuta”. Nella seconda parte il Concerto per pianoforte n. 22 di Mozart con Lonquich solista.
L’Orchestra del Teatro Olimpico chiude in bellezza la sua Stagione 2021/222 che è stata contraddistinta da un graduale ritorno alla normalità dopo la grande emergenza sanitaria che aveva sconvolto i programmi delle precedenti stagioni.
L’appuntamento è per lunedì 9 maggio al Teatro Comunale con l’orchestra al gran completo e Alexander Lonquich nella duplice veste di direttore e solista al pianoforte.
Nella prima parte del concerto il maestro e la OTO portano a conclusione il “ciclo Schubert” presentando una sinfonia giovanile – la numero 3 in Re maggiore – e la celebre “Incompiuta”, ovvero la Sinfonia 8 in Si minore. Si tratta di due lavori molto diversi, quasi antitetici, sebbene portati a termine a soli 7 anni di distanza l’uno dall’altro. Lo Schubert della Terza sinfonia – datata 1815, quando l’autore aveva diciotto anni – è un giovane artista esuberante, pieno di humor musicale ed estremamente prolifico (nello stesso anno compose la bellezza di 145 Lieder). Tuttavia nella scrittura per orchestra appare ancora legato ai modelli di Haydn e Mozart, pur mettendo già in evidenza alcuni tratti del suo stile maturo.
Lo Schubert dell’Incompiuta è un uomo giunto alla consapevolezza del suo genio musicale e forse proprio per questo più cauto nell’affrontare a cuor leggero un genere nel quale il sommo Beethoven aveva già scritto pagine epiche. Per il compositore viennese è la cosiddetta “età delle incompiute”. Se l’incompiutezza della Sinfonia in Si minore sia da attribuire al fatto che Schubert la considerasse ultimata così, dopo i soli primi due movimenti, ovvero al fatto di non sentirsi più all’altezza di completarla, è un dubbio sul quale i musicologi hanno molto discusso. Sta di fatto che all’Allegro moderato del primo movimento e all’Andante con moto del secondo seguono solo 128 battute di un terzo irrisolto movimento.
Nella seconda parte del concerto sarà eseguito l’effervescente Concerto per pianoforte e orchestra n. 22 in Mi bemolle maggiore di Mozart (con Alexander Lonquich solista) che appartiene al vasto corpus che il compositore salisburghese scrisse a Vienna per le sue accademie, riscuotendo grande successo da parte del pubblico.
La OTO si presenta a quest’ultimo appuntamento stagionale in formazione completa: sono 43 i musicisti under 30 sul palco, più i tutor che nei giorni scorsi hanno seguito le fasi di messa a punto a Villa San Fermo di Lonigo. Per alcuni sarà l’ultima volta fra i ranghi dell’orchestra, dopo un periodo di alta formazione che mediamente dura un biennio.
Considerato uno dei più profondi e poetici pianisti del panorama internazionale, Alexander Lonquich è reduce da una serie di concerti che lo hanno visto protagonista in importanti città italiane (fra le altre Firenze, Udine, Bologna, Mantova e Roma) sia in recital che in varie formazioni cameristiche. Direttore principale della OTO dalla stagione 2014/15 quando l’ensemble vicentino fu trasformato in una compagine under 30 di alta formazione, Lonquich è coinvolto anche in altre importanti realtà formative come la Fondazione Scuola di Musica di Fiesole della quale è direttore artistico dal settembre del 2020.
Il concerto di lunedì a Vicenza sarà proposto anche domenica 8 maggio al pubblico del Teatro Morlacchi di Perugia per la stagione di Perugia Musica Classica.