Enrico Zanovello
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Dal concerto alla messa, l’organo si riscopre giovane

Il successo della rassegna Orgelmesse riafferma la bellezza dell’organo quale strumento liturgico oltre che concertistico: la sesta edizione ha visto 50 messe accompagnate da 20 giovani organisti in 22 chiese della Diocesi di Vicenza. Il direttore artistico Zanovello: “Nutro la speranza che le OrgelMesse possano dare concretezza alla conquista di una posizione professionale dell’organista liturgico”.

Domenica 23 ottobre nella chiesa parrocchiale di Agugliaro si è conclusa l’iniziativa denominata “OrgelMesse”, termine d’oltralpe per indicare la Messa accompagnata dalla musica d’organo.
Il territorio vicentino è particolarmente ricco di organi storici, se ne contano circa 260, frutto di una antica sapienza artigianale di importanti costruttori che hanno lasciato in eredità opere uniche e originali. Si tratta di strumenti settecenteschi e ottocenteschi d’organari vicentini, primi fra i quali lo scledense G. B. De Lorenzi e la famiglia Zordan; scopriamo così che l’arte organaria nel vicentino ha radici secolari, dove l’organo è uno strumento intimamente legato alle vicende storiche e religiose delle varie comunità scandendo con le sue note i momenti salienti e di svolta nella vita di ciascun cittadino.
Le OrgelMesse diventano così un momento particolare per valorizzare questo ricco patrimonio artistico, dove l’organo assume la sua connotazione più propria di strumento privilegiato per l’accompagnamento delle sacre liturgie.
I quattro momenti principali della Messa – Ingresso, Offertorio, Comunione e Congedo – vengono sottolineati dalla musica d’organo attraverso un repertorio che attinge sia dai grandi autori, primo fra i quali Johann Sebastian Bach, ma anche da nomi meno noti che hanno lasciato comunque pagine di sicuro valore.
L’iniziativa, giunta quest’anno alla sesta edizione, ha visto avvicendarsi alle consolle di preziosi strumenti 20 organisti: giovani interpreti freschi di diploma o iscritti ai corsi superiori dei conservatori del Veneto stimolati dalla ricchezza del patrimonio organario del territorio berico. Si è venuta così a creare in questi anni una rete di collaborazione con colleghi, docenti delle classi d’organo dei conservatori di Padova, Venezia e Verona, mettendo in relazione gli studenti per avviare quel confronto costruttivo che sta sempre alla base di una maturazione artistica.
L’idea delle OrgelMesse, nata in seno al Festival Concertistico Internazionale “Organi storici del vicentino un patrimonio da ascoltare”, giunto alla 25ª edizione, è divenuta il naturale completamento del festival, per diffondere la valenza liturgica del “re degli strumenti” oltre la manifestazione concertistica.
Nutro la personale speranza che le OrgelMesse possano dare concretezza alla conquista di una posizione professionale dell’organista liturgico, non più legato alla sola dimensione di volontariato ma di un giusto riconoscimento quale figura altamente specializzata di “musicista da chiesa”.
Le parrocchie hanno accolto molto favorevolmente questi 50 appuntamenti, raddoppiati rispetto alle prime edizioni, proposti in 22 chiese della Diocesi vicentina. L’entusiasmo, la passione e la preparazione con cui i giovani organisti si esprimono nelle loro esecuzioni suscitano stupore ma anche ammirazione per la capacità di accostarsi con tanta freschezza ad uno strumento ritenuto a torto austero e serioso. Viene così superata l’idea che l’organo antico sia uno strumento “passato di moda”, pensiero dovuto spesso ad un uso troppo “castigato” dello strumento.
In questi anni, le OrgelMesse assieme al Festival Concertistico Internazionale hanno consolidato l’idea che, il costante utilizzo dell’organo nella liturgia, contribuisca anche alla conservazione degli strumenti nelle migliori condizioni e nello stesso tempo susciti energie e volontà per iniziative di restauro su altri preziosi strumenti in precarie condizioni.
Sono convinto che questa iniziativa di valore liturgico e culturale, sia un veicolo privilegiato per avvicinare al Bello e quindi al Bene, che è in fondo il valore più alto a cui dovrebbe mirare l’arte: un messaggio alto e nobile, bene di tutti, accessibile a tutti.

La personalità artistica e musicale di Enrico Zanovello si è sviluppata attraverso un percorso molto vario e ricco di esperienze; accanto ai diplomi d’organo e clavicembalo segue gli studi universitari nella facoltà di Lettere e Filosofia all’Ateneo di Padova. La sua carriera artistica lo vede presente come direttore e concertista d’organo in prestigiosi festival europei e americani. Ha registrato 20 cd sia in veste solistica che di direttore ricevendo premi e riconoscimenti da riviste specializzate. È docente di ruolo al Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza e fa parte della Commissione Arte Organaria della Diocesi di Vicenza.