Paolo Meneghini
echi

Se la musica è il punto di forza contro la malattia

Un servizio del canale americano CBSN ci racconta il “miracolo” di Tony Bennett, l’ultimo leggendario crooner: 95 anni e una diagnosi di Alzheimer, è stato in palcoscenico con Lady Gaga e ha cantato tutto a memoria. Il giorno dopo non ricordava più nulla. Ma il pubblico sì…

Tony Bennett – al secolo Antony Dominick Benedetto, classe 1926 – è l’ultimo leggendario crooner americano vivente. Una sera di cinque anni fa Tony confessa alla moglie Susan che non ricorda più i nomi dei musicisti che suonano abitualmente con lui da molto tempo. Una visita dalla neurologa conferma il temuto verdetto: Alzheimer.
La malattia è progredita rapidamente, tanto che oggi Tony non riconosce gli amici, non ricorda l’indirizzo di casa, che giorno è o cos’ha mangiato poche ore prima. La moglie Susan racconta che, grazie a Dio, riconosce ancora lei e i figli. Ma dipende dalle giornate.
Qualche tempo fa gli fa visita l’amico pianista Lee Musiker. Tony non lo riconosce e forse per rompere l’imbarazzo, Lee si siede al pianoforte e accenna a uno dei brani che il cantante italoamericano ha contribuito a rendere famosi durante una carriera lunga tre quarti di secolo. Succede l’imprevedibile. Il vecchio crooner si avvicina al pianoforte e come per magia inizia a cantare con la sua inconfondibile e ancora splendida voce. Sensazionale. Il pianista abbozza Love for sale di Cole Porter, poi Sophisticated Lady di Duke Ellington, Smile di Charlie Chaplin e Tony continua a cantare senza bisogno di spartito e ricordando tutti i versi. Intonazione, attacchi, ritmo: tutto perfetto come una volta.
È un servizio del canale americano CBSN a raccontarci questa storia, che così prosegue.
La moglie e i figli pensano a un piccolo miracolo. La neurologa li incoraggia: perché non tornare sul palcoscenico un’ennesima volta? Quello di Tony potrebbe essere un messaggio di speranza per tante persone che soffrono di Alzheimer e per i loro familiari: ognuno di noi ha dei punti di forza che la malattia fatica a intaccare. Secondo la neurologa, nel caso di Tony sono la memoria musicale e la sua capacità di essere un artista.
L’evento – voluto anche dalla sua grande amica Lady Gaga, che ha partecipato allo spettacolo – è andato in scena nell’agosto scorso al Radio City Music Hall di New York davanti a 6mila spettatori. Quando si è aperto il sipario, con il pubblico tutto in piedi, Tony Bennett sembrava lo smagliante performer di sempre. Il crooner novantacinquenne ha inanellato una dozzina di brani da solo e poi ha duettato con Lady Gaga, sempre senza l’ausilio di leggio o di gobbo elettronico. In un’ora di canzoni la platea gli ha tributato 20 standing ovation.
Ma il giorno dopo, passeggiando con la moglie per Central Park, Tony non ricordava più nulla di ciò che era successo poche ore prima.

La verve del cantante americano ci ricorda quella di un nostro caro amico che ogni anno viene a trovarci a Vicenza per tenere i suoi corsi di formazione orchestrale: il violinista Leon Spierer. Per fortuna il maestro berlinese, che di anni ne ha 93, non soffre di Alzheimer. Tuttavia qualche anno fa ebbe un serio problema di salute. Anche in quel caso, ne siamo convinti, il suo punto di forza contro la malattia fu la musica, il sentirsi ancora un musicista. La musica, spiega la neurologa Gayatri Devi, coinvolge parti diverse del cervello: la corteccia uditiva, la parte che sovrintende il movimento, il sistema visivo. È proprio per questo che possiede delle straordinarie capacità taumaturgiche.