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Sei “uccelli canori” inimitabili

A Vicenza fa tappa “Songbirds”, l’ultimo progetto concertistico dei blasonati e già nella storia King’s Singers. Un programma che spazia da Schubert ai Queen, esaltando le capacità canore del noto sestetto vocale. Ultimi biglietti per un concerto che conferma Vicenza quale palcoscenico del circuito internazionale, grazie alla Società del Quartetto.

Ci sarà chi parte da molto lontano per non perdersi la data italiana dei King’s Singers, che questa sera fanno tappa a Vicenza con “Songbirds” – letteralmente uccelli canori – una carrellata di capolavori lunga 500 anni, da Schubert a Ravel, dai Beatles ai Queen.
The King’s Singers non hanno certo bisogno di presentazioni. Raro, forse unico esempio in campo musicale di come si possa entrare nel mito pur essendo ancora in piena attività, il complesso a cappella inglese in oltre mezzo secolo di vita ha visto avvicendarsi 28 membri, mantenendo un livello qualitativo al top. La qualità vocale rimane infatti la stessa che da sempre contraddistingue questa formazione. Tant’è che il suono King’s Singers potrebbe quasi diventare un marchio registrato: voci perfettamente bilanciate, intonazione impeccabile, compattezza e pulizia.

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Altra caratteristica che rende il sestetto così apprezzato è anche la capacità di passare magistralmente dalla religiosità di brani di musica colta alla leggerezza di repertori più disimpegnati, attraverso arrangiamenti raffinati, mai scontati, e senza perdere l’eleganza. E questa sarà la cifra stilistica della serata di “Songbirds” che, coi suoi voli pindarici attraverso i secoli, raggiungerà i gusti di tutto il pubblico.
Il celebre sestetto britannico torna a Vicenza dopo il concerto di Natale di due anni fa, con la stessa formazione di allora: Patrick Dunachie (controtenore), Edward Button (controtenore), Julian Gregory (tenore), Christopher Bruerton (baritono), Nicolas Ashby (baritono) e Jonathan Howard (basso).
Considerato che i King’s Singers tengono circa 130 concerti l’anno ma solo in importanti contesti, si può ben dire che – in questa circostanza – Vicenza si conferma una capitale della cultura.