Redazione
d'altroCanto

Il più grande villaggio turistico del mondo

Agli italiani proprio non riesce. È una condizione che non gli appartiene: il silenzio.
Loro sono quelli che devono intonare l’inno nazionale (bruttino, dai, diciamocelo) dal tetto di casa, fare applausi dal balcone e andare in terrazza a suonare, per far sentire che “sono vivi”. E chi non sa suonare? Ma non importa: vai di stoviglie e mestoli! Dopotutto, la differenza tra suoni e rumori è roba per raffinati. Ormai nel Belpaese anche la medicina è appannaggio di tutti, figurarsi l’arte!
In un momento in cui bisognava stare solo fermi e, per l’appunto, in silenzio – suono del rispetto e della concentrazione per eccellenza – loro si sono messi a gridare ancora più forte, srotolando striscioni da stadio e riscoprendo il tricolore e l’arcobaleno, già proprio della bandiera della pace. Pace, sinonimo di silenzio.
I più nobili l’hanno definito
horror vacui. Chi ci conosce ha masticato un “terroni d’Europa”.
Ha capito tutto chi ha scritto: “Se oltre agli applausi alle 12 e il karaoke alle 18 mettessimo il risveglio muscolare alle 9, potremmo diventare il più grande villaggio turistico del mondo”.

 

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