Paolo Meneghini
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Schubert, Haydn… e Bronzi: la OTO torna al gran completo con tre big!

Lunedì 14 giugno l’Orchestra del Teatro Olimpico torna al gran completo per un nuovo appuntamento con i Suoni di Primavera. Alla sala grande del Teatro Comunale Enrico Bronzi conduce l’orchestra in due capolavori romantici di Schubert. Al centro del programma il secondo Concerto per violoncello di Haydn, con Bronzi nel doppio ruolo di solista e direttore.

Per la serie Suoni di Primavera, rassegna musicale co-prodotta assieme alla Società del Quartetto, lunedì 14 giugno alle 20 l’Orchestra del Teatro Olimpico torna ad esibirsi a pieni ranghi nella sala grande del Comunale di Vicenza, ove tiene abitualmente le sue stagioni, presentando capolavori orchestrali di Schubert e Haydn, con la direzione e concertazione di Enrico Bronzi.
Franz Schubert fu sempre attratto dalla musica per il teatro, un genere nel quale si cimentò fin da quando era adolescente e che continuò a frequentare nei momenti decisivi della sua breve vita. In cuor suo non solo era convinto delle proprie capacità, ma riteneva che il successo di un’opera avrebbe fatto conoscere il suo nome al grande pubblico, fino ad allora noto quasi esclusivamente fra la schiera dei raffinati cultori. La fortuna non gli arrise: degli undici lavori scritti per il teatro solo uno giunse sulla scena mentre l’autore era in vita. Lo sfortunato copione si ripeté anche nel 1823 quando Schubert accettò di comporre le musiche di scena per Rosamunde – su un testo della vulcanica Helmine von Chézy – unicamente con lo scopo di lanciare le due grandi opere che aveva ultimato in quell’anno e che tuttavia non riuscirono a debuttare. Rosamunde non fu un successo, ma i dieci pezzi più l’Ouverture composti da Schubert furono unanimemente elogiati dalla critica. Di questi, in apertura di concerto, la OTO propone il terzo celebre Entr’acte (Intermezzo), un sognante Andantino che il compositore utilizzò successivamente in altri lavori.
Di Schubert è anche la Sinfonia detta “La piccola” (appellativo adottato per distinguerla dalle monumentali dimensioni della “Grande”, nella stessa tonalità) che Enrico Bronzi dirigerà nella seconda parte del concerto. Composta a cavallo fra il 1817 e il 1818, questo lavoro nella gioiosa tonalità di Do maggiore segna un punto di svolta fra la produzione giovanile e quella degli anni più maturi, con alcuni retaggi del sinfonismo di Beethoven e Haydn abbondantemente personalizzati dall’inventiva di Schubert.
Al centro della serata c’è Joseph Haydn con il Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in Re maggiore. Bronzi affronta nel ruolo di solista questo secondo Concerto composto nel 1783 quando Haydn lavorava presso l’orchestra del principe Esterházy e dedicato al violoncellista di corte Anton Kraft, grande virtuoso. Dopo una timida accoglienza, ben presto il Concerto ottenne vasta popolarità – lo pubblicarono otto diversi editori – a dimostrazione che il discorso musicale di Haydn aveva già raggiunto una maturità propria dei grandi compositori.

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Carnegie Hall di New York, Filarmonica di Berlino, Konzerthaus di Vienna, Wigmore Hall di Londra, Mozarteum di Salisburgo: non c’è importante sala da concerto al mondo che non abbia ospitato almeno una volta un concerto con Enrico Bronzi, uno dei violoncellisti più in vista del panorama internazionale. La sua ricca esperienza di solista l’ha portato a collaborare con grandi artisti e rinomate orchestre, ma non è da dimenticare la splendida avventura trentennale con il Trio di Parma, ensemble con il quale tutt’ora si esibisce con regolarità. Altrettanto apprezzate sono le sue doti di direttore d’orchestra, di docente (dal 2007 ha una cattedra al Mozarteum di Salisburgo), di divulgatore musicale e di ideatore di importanti kermesse: dal 2018 è direttore artistico della Fondazione Perugia Musica Classica. Presenza costante nelle stagioni sinfoniche della OTO, Enrico Bronzi è molto legato al pubblico del Teatro Comunale e al progetto formativo dell’orchestra vicentina che ha diretto varie volte anche in altri teatri italiani.