Paolo Meneghini
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Stile Janoska, molto più di sound e crossover!

Per la prima volta a Vicenza un ensemble assolutamente fuori dall’ordinario: gli Janoska – tre fratelli di Bratislava e il loro cognato Julius – imbracciano i loro strumenti per dare forma ad una sintesi creativa tra classica, jazz, pop e sonorità latine e tzigane. «La nostra musica deve commuovere lo spettatore: questa è la cosa più importante per noi».

In questi ultimi anni si utilizzano molto spesso termini come contaminazioni, crossover, fusion per indicare incroci musicali attraverso i quali alcuni brani appartenenti a un determinato genere, ad esempio classico, ottengono grande popolarità presso il pubblico che normalmente ascolta un altro tipo di musica. I talentuosi strumentisti che compongono lo Janoska Ensemble, tutti di formazione classica, hanno saputo andare oltre, creando un linguaggio e uno stile del tutto nuovi: lo Stile Janoska, appunto. Che lunedì 20 febbraio andrà in scena per la prima volta a Vicenza, al Teatro Comunale, per una serata della stagione della Società del Quartetto che si annuncia tanto divertente quanto raffinata.
Sin dall’album d’esordio del 2016 per la prestigiosa etichetta Deutsche Grammophon (Janoska Style, disco d’oro a poche settimane dall’uscita), questi quattro funambolici interpreti – tre fratelli di Bratislava e il loro cognato Julius – hanno dimostrato di avere le idee ben chiare su dove volessero arrivare: osare come nessun altro musicista aveva fatto finora.
Il clamoroso successo discografico si è ripetuto con il secondo CD del 2019 dal titolo Revolution e con il recente The Big B’s, sempre per Deutsche Grammophon, che è poi il titolo del concerto che terranno a Vicenza.
Spiegano gli Janoska che, fino a Brahms, l’improvvisazione – in altre parole un’esecuzione spontanea, senza preparazione – era una caratteristica propria solo dei grandi maestri. Bach, Beethoven e Brahms lo erano di sicuro come pure, in tempi più recenti, Bartók, Bernstein e Brubeck. Da qui l’idea di registrare l’album The Big B’s: brani di grandi improvvisatori i cui cognomi iniziano tutti con la seconda lettera dell’alfabeto.

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Ecco allora il Concerto in Re minore per due violini BWV 1043 di Bach, la Danza ungherese n. 1 in Sol minore di Brahms, le Danze popolari rumene di Béla Bartók e le “9 sinfonie in 9 minuti”, parafrasi sulle Nove sinfonie di Ludwig van Beethoven. Ma anche brani degli stessi Janoska, oltre che loro arrangiamenti, un Blue Rondo à la Turk di Dave Brubeck e un tango di Piazzolla che vedrà la partecipazione di Arpád Janoska alla voce.
Il tutto, ovviamente, in stile Janoska, che è davvero arduo da spiegare a parole. Ma ci proviamo.
Nelle creazioni dei quattro talenti la base classica incontra altri generi creando variopinti contrasti con il jazz, il pop e le sonorità latine. Il risultato non è, tuttavia, un semplice mix di stili, ma piuttosto una sintesi creativa. Un altro aspetto che contraddistingue lo Stile Janoska è l’atmosfera che i musicisti riescono a creare con il pubblico. «La nostra musica deve commuovere lo spettatore: questa è la cosa più importante per noi – rivela František Janoska – e ci riusciamo interpretando il materiale musicale in modo giocoso e gioioso. Lo Stile Janoska è molto più di un sound: è musica esperienziale che va ascoltata e vissuta dal vivo».
František Jánoška è nato nel 1986 a Bratislava. Compiuti gli studi in pianoforte alla Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna, ha vinto vari concorsi internazionali (fra i quali la Franz Liszt Piano Competition di Budapest) e ha suonato con importanti orchestre europee. Molto apprezzato anche come compositore, ha già scritto una Sinfonia che ha debuttato nel 2019 alla Konzerthaus di Vienna e una Rapsodia commissionata dalla Esterházy Palace di Eisenstadt ed eseguita per la prima volta dalla Haydn Philharmonic.
Nato nel 1989, Roman Janoska ha iniziato a suonare il violino all’età di 5 anni e ha poi proseguito gli studi ai Conservatori di Bratislava e di Vienna, sotto la guida di Pavel Vernikov. Molto apprezzato sia come musicista classico che come jazzista, suona un Ferdinando Gagliano concessogli in uso dalla Dr. Christian Kuhn Collection.
Classe 1985, Ondrej Janoska è stato ammesso al Conservatorio di Stato all’età di soli 10 anni e si è poi perfezionato al Conservatorio di Vienna e all’Università di Graz con Boris Kuschnir. Vincitore di importanti concorsi, dal 2008 al 2012 ha suonato fra i Violini Primi dell’Orchestra dell’Opera di Stato di Vienna e dei Wiener Philharmoniker. Suona un violino Carlo Ferdinando Landolfi del 1760 di proprietà della Goh Family Collection.
Nato a Costanza nel 1976, Julius Darvas appartiene alla terza generazione di una rinomata famiglia ungherese di contrabbassisti. Avviato alla musica dal padre, ha studiato al Landeskonservatorium di Feldkirch in Austria e all’Università di Vienna seguendo gli insegnamenti di Alois Posch. Vincitore della Budapest Jazz Double Bass Competition, dal 2001 suona regolarmente con l’Orchestra dell’Opera di Stato di Vienna e con i Wiener Philharmoniker, con i quali ha effettuato concerti e tournée in tutto il mondo.