Paolo Meneghini
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La grande musica torna al Teatro Olimpico

Ad ottobre, tre serate con nomi prestigiosi rimettono Vicenza al centro dei circuiti della classica internazionale: il 15 c’è la Venice Baroque Orchestra con Andrea Marcon e il basso-rivelazione José Coca Loza, nell’ambito del progetto Voci Olimpiche; il 25 e 26 arriva la Budapest Festival Orchestra con Iván Fischer e un cast di cantanti internazionali per un’edizione speciale del Vicenza Opera Festival. Speciali anche le dediche volute da Iván Fischer…

Dando seguito alla serie di appuntamenti estivi che hanno segnato la ripresa della musica dal vivo dopo mesi di forzata inattività, in ottobre la Società del Quartetto di Vicenza torna a proporre grande musica al Teatro Olimpico con tre eventi straordinari.

VOCI OLIMPICHE. Giovedì 15 il teatro palladiano ospita una serata speciale con la Venice Baroque Orchestra diretta da Andrea Marcon nell’ambito del progetto Voci Olimpiche, il concorso internazionale dedicato al canto barocco – ideato da Marcon e sostenuto da Fondazione Cariverona – che nello scorso novembre vide sfilare, proprio all’Olimpico, 220 candidati provenienti da ogni parte del mondo. A fare incetta di premi fu il basso boliviano José Coca Loza, che si aggiudicò tre allori, compreso quello di miglior voce in assoluto del concorso. Coca Loza, astro nascente nei circuiti operistici europei, sarà la guest-star del concerto del 15 ottobre all’interno del quale proporrà arie tratte da capolavori di Händel (Ariodante, Tamerlano, Alcina, Agrippina, Aci e Galatea) e dal Tito Manlio di Vivaldi. La Venice Baroque Orchestra diretta da Andrea Marcon completerà il programma con alcuni Concerti e Ouverture di Händel e Vivaldi preceduti, in apertura di serata, da una pagina dedicata a Francesco Maria Veracini.
La tappa finale della prima edizione di Voci Olimpiche si terrà il prossimo aprile con la messa in scena dell’Alcina di Händel – regia di Lorenzo Regazzo e direzione musicale di Andrea Marcon – che vedrà i vincitori del concorso cimentarsi nei ruoli dei protagonisti.

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VICENZA OPERA FESTIVAL. La bellezza delle scene scamozziane, l’acustica perfetta e l’atmosfera magica che si respira al Teatro Olimpico sono mancate tantissimo a Iván Fischer, il celebre direttore ungherese ideatore del Vicenza Opera Festival. Nonostante tutte le problematiche, anche di carattere logistico, legate all’emergenza Covid, Fischer ha fortemente voluto confermare la sua presenza a Vicenza, alla guida della Budapest Festival Orchestra e di un gruppo di voci internazionali, per onorare la terza edizione della kermesse.
Dopo i successi del Falstaff verdiano e dell’Orfeo di Monteverdi, le due serate del Vicenza Opera Festival edizione speciale 2020 saranno in chiave lirico-sinfonica e avranno il medesimo “format”. Nella prima parte c’è una grande pagina sinfonica (il 25 la sfarzosa “London”, l’ultima scritta da Franz Joseph Haydn, il 26 la “Pastorale” di Beethoven), mentre nella seconda viene dato spazio al repertorio operistico del primo ‘900 con ampi estratti da Arianna a Nasso di Richard Strauss (domenica 25) e l’esecuzione de Il canto della terra di Gustav Mahler (lunedì 26), una “sinfonia per contralto, tenore e orchestra” che verrà presentata nella versione curata da Schönberg.

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Il cast dei cantanti selezionato da Fischer per i due appuntamenti all’Olimpico mette insieme nomi di primissimo piano nel panorama lirico internazionale. Le due voci tenorili sono quelle di Robert Dean Smith e del londinese Toby Spence. I soprani e contralti sono Camilla Nylund, Samantha Gaul, Olivia Vermeulen e Elisabeth Kulman, che ascolteremo nel Canto della terra).
Altro elemento in comune è la speciale dedica che Iván Fischer ha voluto dare ai due eventi al Teatro Olimpico. Il concerto del 25 ottobre è dedicato alla memoria di Paolo Marzotto, entusiasta sostenitore del Vicenza Opera Festival fin dalla prima edizione. A questo proposito, grazie a Caroline Marzotto il pubblico avrà la possibilità di seguire gratuitamente in diretta il concerto di domenica sera attraverso un maxi schermo che sarà posto nel loggiato della Basilica Palladiana di Piazza dei Signori. Quello di lunedì 26 è dedicato “alla Natura e alla Vita”, un chiaro riferimento ai temi della preservazione dell’ambiente e al difficile momento che i popoli del mondo stanno attraversando.