Dopo una riunione tra Coordinatori di classe del mio istituto (una Scuola secondaria di primo grado nella prima periferia del Comune di Verona), riunione in cui il Dirigente Scolastico ha spiegato il singolare “meccanismo” di valutazione finale previsto per il particolarissimo anno scolastico che sta per concludersi, ho deciso di prendere carta e penna, pardon, tablet e tastiera, e di rivolgermi direttamente alla “cortese attenzione del Ministro Dott.ssa Lucia Azzolina e del Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Giuseppe Conte”.
Riporto qui di seguito alcuni passaggi della lettera inviata via mail poco dopo la pubblicazione dell’ordinanza O.M. n. 11 del 16 maggio 2020, nella speranza che la scuola possa abbandonare quanto prima ogni logica agonistica (successo/insuccesso), moralistica (premio/punizione) e capitalistica (perdere tempo/guadagnare tempo) e che possa dare a ciascun alunno il tempo di cui ha bisogno e diritto per crescere con il proprio ritmo e il proprio passo.
Spett. Ministro Azzolina, Egr. Presidente Conte,
Vi ringrazio in anticipo per il tempo e l’attenzione che vorrete/potrete dedicare alla presente.
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Vi scrivo in merito all’art. 3, co. 7 dell’O.M. n. 11 del 16 maggio 2020. Tale disposizione, di fatto, impedisce a un Consiglio di Classe di votare e scegliere la ripetizione dell’anno scolastico (quella che comunemente definiamo “bocciatura”) per un alunno che avesse regolarmente frequentato la prima parte dell’anno scolastico ottenendo valutazioni negative in molte discipline e che nella seconda parte dell’anno, nonostante tutte le azioni della scuola e dei docenti volte a mettersi in contatto e in relazione (umana e didattica) con gli alunni, le classi, le famiglie, avesse deliberatamente rifiutato ogni proposta attivata attraverso la didattica a distanza.
Non amo i termini “promozione” e “bocciatura” perché sottintendono una logica di premialità/punizione che, a mio avviso, non può appartenere, almeno in maniera preponderante, alla dinamica educativa e didattica relativa ai minori d’età. Ripetere un anno scolastico può essere un grande DONO per coloro che non hanno sviluppato abilità, conoscenze e competenze necessarie per affrontare quanto segue nel percorso della scuola e della vita.
Quest’anno ho insegnato nella scuola del mio quartiere, Golosine, nella prima periferia del Comune di Verona. E ho “scoperto” il mio quartiere, con i suoi gravi disagi sociali, familiari, culturali (non di rado ai limiti dell’analfabetismo), comportamentali. La DaD durante l’emergenza Covid-19 ha evidenziato, tra l’altro, l’analfabetismo digitale di molti ”nativi digitali” e dei loro genitori. E ha ampliato fino all’estremo la distanza tra gli alunni supportati nella loro crescita personale e nel loro percorso scolastico dalle famiglie da quelli che, privi di tale supporto e abbandonati a se stessi, solo nella scuola in presenza trovavano un appiglio e una, seppur minima, motivazione.
Costoro, Ministro Azzolina, Presidente Conte, hanno il sacrosanto DIRITTO di poter ripetere un anno scolastico e di non essere scaraventati in un percorso che li vedrà sicuramente arrancare: recuperare apprendimenti sarà un’inutile formalità burocratica o un’impresa al limite dell’impossibile per coloro che, per i più svariati motivi, faticano a procedere nella quotidianità e nell’ordinarietà della vita scolastica.
La mia scuola ha svolto in questo periodo (complesso, inatteso, imprevedibile, doloroso) un lavoro straordinario: dal Dirigente Scolastico, alla Segreteria, ai docenti. Non sprechiamo tutto quello che è stato fatto, tutto quello che abbiamo fatto.
Mi permetto di raccontarVi un episodio di cui sono venuto a conoscenza di recente. Poche settimane fa una bimba di sei anni ha chiesto alla sorella maggiore, nove anni, che cosa sarebbe accaduto nel successivo anno scolastico. La più grande ci ha pensato un attimo e poi ha rassicurato la sorellina: “Vedi”, le ha detto, “quest’anno tu fai la prima elementare e io la quarta. Quindi l’anno prossimo tu rifarai la prima e io la quarta”. Fallimento, frustrazione, sconfitta sono concetti, emozioni ed esperienze che noi adulti rischiamo di inculcare nella testa e nella pancia dei bambini. La semplicità e la saggezza dei bambini, almeno di quelli più piccoli d’età, non contempla tali possibilità.
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RingraziandoVi per il lavoro svolto in questi mesi, Vi porgo i miei più cordiali saluti.
Un insegnante,
Luca Cacciatori
* Nato a Verona nel 1978, docente di Musica nella scuola secondaria di I grado e violista in orchestre e ensemble di musica da camera. Diplomato in violino e in viola presso il Conservatorio di Verona “Dall’Abaco”. Laureato in Scienze Giuridiche presso l’Università degli Studi di Verona. Vincitore nei concorsi del 2016 per l’insegnamento della Musica nella scuola secondaria di I grado e per l’insegnamento del Violino nei licei musicali.