Edoardo Bruni
ilConcertoNONèMorto

Dove va la musica contemporanea?
Prospettive per una terza via

Torniamo a proporre delle riflessioni sul futuro della musica colta e, in particolare, della sua produzione ed esecuzione nella forma del concerto; lo facciamo ospitando volentieri l’elaborazione teorica e pratica di Edoardo Bruni, pianista, compositore e musicologo.

Sembra che ancora oggi, nel secondo decennio del XXI secolo, la musica che si autodefinisce contemporanea sia intrappolata in un vicolo cieco idelogico-pragmatico da cui non riesce ad uscire, cristallizzata in due posizioni estetico-tecniche che ormai da lunghi anni hanno esaurito la loro portata innovativa e la loro carica espressiva.

La prima posizione è quella che definisco estetica del malessere, nella quale la classica ricerca del “bello” è stata messa in secondo piano rispetto alla ricerca del “nuovo” a tutti i costi, che è diventato il criterio di valore fondamentale, e nella quale il “piacevole”, seguendo il pregiudizio adorniano, viene rigettato a priori come un peccato originale imperdonabile. Questa estetica ha trovato espressione principalmente attraverso la (meta-)tecnica compositiva della atonalità estrema decostruzionista con le sue derivazioni, ed ha prodotto un inevitabile allontanamento del pubblico e degli stessi musicisti dalla musica colta contemporanea.

La seconda posizione è quella che definisco estetica della banalità: essa nasce come reazione all’estetica del malessere, ma realizza il riavvicinamento al pubblico ed ai musicisti attraverso un’idea riduttiva di “bellezza”, che si traduce in opere magari piacevoli e comprensibili, ma nel complesso insipide e ingenue. Questa estetica ha trovato espressione principalmente attraverso la (meta-)tecnica compositiva della tonalità tradizionale diatonica: le diverse correnti compositive tipiche dell’estetica della banalità (neo-romanticismo, neo-tonalità, nuova semplicità, minimalismo…) non hanno fatto che riproporre la vecchia tonalità, perlopiù diluendola in una slavata versione diatonica.

L’estetica della catarsi vuole superare questa situazione con una nuova sintesi, che valorizzi gli aspetti positivi delle due estetiche, riconciliando la ricerca intellettuale e la complessità da un lato con la comprensibilità e la piacevolezza dall’altro. Il termine “catarsi” vuole rivalutare l’idea (platonica, aristotelica e nietzcheana) della funzione catartica della musica; sottolinea inoltre l’idea di liberazione e di purificazione dalle due estetiche del malessere e della banalità.

L’innovativa tecnica che ho ideato per realizzare questi ideali estetici è la pan-modalità. Essa si colloca a metà strada tra atonalità estrema e tonalità tradizionale, sintetizzandole e superandole: può essere definita al contempo come “atonalità non tradizionale” e come “tonalità non tradizionale”. Ciò è possibile grazie ai modi: essi infatti preservano la gerarchia interna, ma si distinguono dalle scale tradizionali. Non si afferma qui che la modalità sia un’idea compositiva nuova; la novità consiste nell’affermare che si possa scrivere tonalmente/gerarchicamente in tutti i modi generati dalle scale di un qualsiasi temperamento equabile. Nel temperamento equabile duodecimale esistono 2048 modi, generati da 352 scale.

Con il progetto compositivo sistematico “Ars modi – L’arte del modo” intendo applicare concretamente i principi dell’estetica della catarsi e della tecnica della pan-modalità alla composizione musicale, nell’ambito del temperamento equabile duodecimale. Il progetto ARS MODI quindi sarà costituito da 352 meta-composizioni (una per ogni scala), suddivise in 2048 composizioni (una per ogni modo generato da quella scala). Il progetto ARS MODI potrà essere realizzato anche in tutti i temperamenti equabili non duodecimali.

Martedì 19 febbraio 2018 alle ore 18.00 presso il Conservatorio Pedrollo di Vicenza, sarà possibile ascoltare una delle ultime composizioni del progetto “Ars modi”, il Trio Ricorsivo del 2015, per clarinetto, violoncello, pianoforte: al clarinetto Lorenzo Guzzoni, al violoncello Giuseppe Barutti, al pianoforte Volha Karmyzava. Verrà eseguita anche la mia giovanile Sonata romantica per violoncello e pianoforte, composta nel 1995.

 

 

* Diplomato in pianoforte col massimo dei voti presso i Conservatori di Trento e di Rotterdam, perfezionatosi con Cohen, Berman, Schiff, Margarius, si è laureato in filosofia presso l’Università di Padova ed ha conseguito il dottorato di ricerca in musicologia delle Università di Trento e di Paris 4 – Sorbonne. Diplomato in composizione col massimo dei voti presso il Conservatorio di Trento, si è perfezionato con Müllenbach, Corghi, Bacalov. Svolge attività concertistica in Italia ed in Europa come solista ed in formazioni cameristiche. Sue composizioni sono state eseguite in Italia ed Europa in oltre duecento concerti. Attualmente insegna lettura della partitura presso il conservatorio di Vicenza. www.edoardobruni.it